8 articoli dell'autore Riccardo Zingone
Riccardo Zingone 14/02/2025 0
Cronache dalla BIT di Milano 2025
Ho avuto il piacere di rappresentare il GMT™ Halaesa-Nebrodi alla Borsa internazionale del turismo, una delle più importanti manifestazioni legate al mondo del turismo che si è svolta a Milano-Rho dall'8 all'11 febbraio.
Con una platea di oltre mille espositori provenienti da tutto il mondo, la Bit si è accreditata progressivamente negli anni fino a diventare oggi un punto di riferimento per viaggiatori ed operatori, potendo essi usufruire di un vastissimo luogo dove scambiare informazioni, consolidare rapporti commerciali ed asplorare le tendenze che offrono i nuovi mercati turistici nazionali ed internazionali. Naturalmente la parte del leone l'ha fatta l'Italia rappresentata da ENIT e Ministero del Turismo che, insieme alle Regioni quasi tutte presenti, ha potuto mostrare il meglio di sè in termini di destinazioni ed eccellenze messe in vetrina dal Bel Paese.
A raccontare l'offerta turistica nazionale non poteva mancare certo la nostra bella Sicilia presente sia con operatori privati che con un importante stand organizzato dal Dipartimento Turismo della Regione Sicilia, impreziosito da una scenografica arena con grandi ledwall e superfici a specchio che ha accolto momenti istituzionali, talk e permormance artistiche.
Il nostro territorio era ben rappresentato dal Comune di Santo Stefano di Camastra in quanto parte delle Strade delle Ceramiche siciliane, un interessante percorso multitappa che tocca le principali città legate alla lavorazione delle terracotte. Altrettanto interessante è stato l'intervendo affidato al giornalista del Corriere della Sera Alessio Ribaudo, di Santo Stefano di Camastra, che nel raccontare la storia della ceramica stefanese ha sottolineato quanto siano forti e antichi il legami che hanno tenuto uniti, nei secoli, i paesi del comprensorio, con particolare riferimento a Mistretta e Santo Stefano di Camastra. Un avvincente racconto dal quale partire per interpretare correttamente anche i tempi in cui viviamo.
In questo eccezionale quadro di promozione turistica ha fatto la sua comparsa anche il GMT™ Halaesa-Nebrodi che, pur non disponendo di alcuno spazio espositivo, si è mosso tra accreditati tour operator nazionali per raccontare loro del nostro progetto, della nostra visione e dei nostri operatori. In una parola abbiamo sottoposto loro una prima bozza-se pur in stato piuttosto avanzato-del nostro Catalogo di prodotti turistici raccogliendo da parte di tutti loro grande interesse. Insieme ad Andrea Succi e Katia Mastroeni nella qualità di Direttore tecnico di Aura Mundi abbiamo raccontato, col giusto mix di entusiasmo e professionalità, come un intero territorio ben organizzato e coordinato possa proporsi come autentica Destinazione turistica attraverso delle proposte di soggiorno strettamente legate all'autenticità dei luoghi, delle persone e e degli operatori coinvolti. Cogliere le tendenze verso le quali si muove il mercato turistico non può prescindere da un'attenta conoscenza della fabbrica del turismo, dei suoi meccanismi, delle figure chiave e delle metodologie da applicare ed in questo percorso la presenza di Katia è stata davvero preziosa: con lei e grazie a lei abbiamo avviato con diversi tour operator interessanti interlocuzioni che avranno un seguito nelle prossime settimane dedicate ad approfondire i contatti stabiliti e alla divulgazione del nostro Catalogo per favorire la presenza, in un futuro davvero vicino, dei primi visitatori di Halaesa-Nebrodi.
Il nostro progetto nasce e si sviluppa nell'Area interna Nebrodi, un territorio che accoglie paesi ricchi di storia, cultura e tradizioni, popolati da persone dal sapere antico, eredi di una cultura materiale e immateriale straordinari, tristemente falcidiati dallo spopolamento e dalla depressione sociale ed economica, ma che possono trovare un elemento di riscatto nella promozione turistica che, però, va interpretata come momento di aggregazione tra Comuni e tra comunità, attraverso una proposta condivisa, partecipata, ben strutturata e organizzata.
Percorso non semplice, lungo ma necessario, che richiede operatori, cittadini e amministratori illuminati.
Riccardo Zingone CTT™ del GMT™Halaesa-Nebrodi
Riccardo Zingone 12/02/2025 0
Gente di Halaesa-Nebrodi-Alessio Ribaudo
Talvolta si può essere Gente di Halaesa-Nebrodi pur vivendo a oltre 1300 km di distanza. E' ciò che accade a tanti siciliani che, per svariati motivi, vivono fuori dal luogo di origine ed è esattamente ciò che avviene anche con Alessio Ribaudo, stefanese di nascita ma milanese di adozione, giornalista del Corriere della Sera.
Nonostante Alessio viva e lavori a Milano da svariato tempo, in realtà quel sottile filo rosso che lo collega alla sua Santo Stefano di Camastra (ma non solo, come vedremo più avanti) non si è mai spezzato anzi, nel corso degli anni, si è addirittura irrobustito, mantenedo così vivi i legami familiari, affettivi e di appartenenza, fatto-quest'ultimo- che si traduce anche nel non avere "assorbito" più di tanto la cadenza meneghina, condizione che, personalmente, apprezzo molto.
Alessio, il tuo biglietto Santo Stefano-Milano non è mai stato di sola andata. Quanto è forte il legame con la Sicilia?
Senza radici, gli alberi non crescono. Sono nato a Santo Stefano di Camastra. Qui sono nati mia madre, Angela Ciofalo, i miei nonni, i bisnonni e i miei avi fino ai quadrisavoli. Mio padre è di Mistretta, una terra che, almeno dal 1448, è stata patria dei Ribaldo — poi Ribbaudo e infine Ribaudo. Un cognome non è mai solo un cognome: è una storia, una traccia, un testimone passato di generazione in generazione.
A Mistretta, ogni sabato da bambino, la domanda rituale era sempre la stessa: “Ma tu a cu apperteni?”. Non era solo una curiosità; era il passaggio obbligato per essere riconosciuti, compresi. La risposta non era mai banale, non bastava dire il nome del padre. Solo quando dicevo: “U niputi ri ron Luciu ri S’Addiu”, il cerchio si chiudeva, l’identità trovava la sua chiave. A Milano, dove vivo da trent’anni, accade qualcosa di simile. Anche qui, in certi ambienti, si distingue tra i “Milanés de la lengua de Milan” e tutti gli altri.
Anche qui il cognome e il dialetto sono sigilli. Ma la verità è che il legame con la propria terra non si misura in chilometri, si misura in battiti.
I Nebrodi mi hanno visto crescere. Ho amato, riso, sognato in queste terre. Da qui sono partito, qui resta la mia anima. Qui c’è la terra che ha esaltato l’entusiasmo della mia giovinezza. Qui ho imparato a stare con i piedi piantati a terra e lo sguardo rivolto al mare, verso l’infinito che neanche la corona delle Eolie sbarra. Fra i miei 1.611 avi, ricostruiti documentalmente, non ci sono stati solo stefanesi e mistrettesi, ma anche militellesi (Faraci) e sanfratellani (Calderone e Tomasello). C’erano cristiani (Armao, Cannata, Smriglio, Scaduto) ed ebrei (Bartolotta, Giaconia, Giordano, Ortoleva).
Nobili e socialisti, appaltatori e artigiani, armatori e allevatori, imprenditori e agrimensori reali, anticlericali incalliti e alti prelati, sindaci e anarchici. Grandi ricchezze e grandi rovesci.
Insomma, c’era tutta la contraddizione dei Nebrodi. Le porto dentro: nel modo in cui guardo il mare, nei silenzi delle montagne, nella tenacia che mi accompagna ogni giorno.
La scrittura, oltre ad essere il tuo lavoro, è una passione profonda. Da dove nasce?
C’è un momento, nella vita di ciascuno, in cui la passione prende forma. Per me accadde in prima media, quando il mio mitico professore di italiano, Gaetano Gerbino, ci assegnò un compito in classe: scrivere un articolo immaginario. Il suo giudizio fu chiaro: “Si prevede un futuro al Corriere della Sera”. Era il 1986. Quell’estate segnò la mia vita.
Avevo appena compiuto dieci anni quando, per la prima volta, mi misero davanti a un mixer e a un microfono. L’editore, Beniamino Priolisi, mi spiegò con calma: “Con questo cursore abbassi la musica, con questo alzi la voce. Vai.” Dopo alcune prove, pronunciò una frase che non ho mai dimenticato: “Da oggi condurrai il tg dei ragazzi”. Era Radio Incontro.
E in quel momento non pensavo più al caldo infernale di quel locale angusto. Pensavo solo alle parole, a quel brivido di raccontare. Poco dopo passai anche al giornalismo televisivo e alla carta stampata: dal Giornale di Sicilia a Centonove, da Onda Tv ad Antenna del Mediterraneo, passando per Radio Stefanese e Tgs.
Avevo appena quindici anni quando seguii il mio primo duplice omicidio. Conoscevo bene le vittime: un compaesano che correva nei rally e il suo navigatore-meccanico. Non potevo girarmi dall’altra parte, non potevo tacere. Quello è stato l’inizio. Poi Mediaset on Line, Italpress, Il Giornale e infine il grande salto: il Corriere della Sera. Da vent’anni racconto il mondo con la consapevolezza che le parole hanno un peso. Le ho usate per raccontare di mafia, legalità, dissesto idrogeologico. La mia scrittura non è mai stata solo un mestiere. È sempre stata, prima di tutto, una forma di resistenza.
Hai scoperto storie dimenticate. Me ne racconti alcune?
Ci sono nomi che la storia perde. Liborio Ribaudo è uno di questi. Nato a Mistretta nel 1897, credeva in valori oggi rari: onore, dovere, patria.
A vent’anni comandava un plotone durante la Grande Guerra. L’Esercito gli conferì la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Dopo la guerra, la vita lo portò in Libia. Era il 1923: la guerra coloniale, il sogno espansionista fascista. Liborio era un ufficiale del Secondo Battaglione Eritreo, sotto il comando di Graziani. Poi arrivò il 27 dicembre. Beni Ulid. Trecento italiani contro tremila ribelli. Liborio, alla testa dei suoi uomini, respinse l’assalto. Fu ferito gravemente. I suoi commilitoni si misero sugli attenti mentre lo riportavano indietro.
Con l’ultimo fiato, si alzò dalla barella e gridò: “Viva sempre l’Italia.” Un’altra Medaglia d’Argento al Valor Militare, ma il suo nome si è sbiadito nei vicoli di Mistretta. Un errore burocratico lo ha collocato a Gela. Ma lui era di Mistretta, e io sogno e ribadisco che il suo nome vada iscritto nel bel Monumento ai Caduti che mio nonno Lucio, con la sua arte, contribuì a erigere.
E poi c’è Maria Ciofalo, giovane partigiana e agente segreta britannica, una figura quasi dimenticata. Operava per lo Special Operations Executive. Una donna coraggiosa, che agiva dietro le linee nemiche, sabotava, spiava. Il mio lavoro è riportare alla luce queste vite e restituire loro il posto che meritano nella memoria collettiva.
Hai ricevuto premi importanti. Il Premio Pio La Torre e il titolo di Siciliano Lombardo dell’Anno 2023. Cosa significano per te?
Significano orgoglio, ma anche una vertigine. Vedere il mio nome accostato all’opera di santi civili come Pio La Torre e Salvatore Carnevale o a grandi magistrati come Antonino Caponnetto è un onore enorme. Questi riconoscimenti non sono solo premi; sono energia pura per continuare un lavoro che è fatica, che richiede dedizione costante. Non si scrive di mafia e legalità per diventare famosi, ma per dare voce a chi non ne ha. Questi premi mi ricordano che il giornalismo non è solo mestiere: è missione, è impegno civile, è responsabilità.
Il GMT™ Halaesa-Nebrodi. Cosa ne pensi?
La memoria di un luogo non sta solo nelle sue pietre o nei suoi documenti, ma in ciò che quelle pietre e quei documenti raccontano, e nel modo in cui noi scegliamo di ascoltarli. Halaesa-Nebrodi è un progetto ambizioso che parte dal presupposto che il passato non debba essere un’ancora che ci trattiene, ma un trampolino che ci proietta in avanti.
Questo significa riconoscere la storia, ma anche darle nuova vita, affinché continui a dialogare con il presente e con il futuro. Bisogna saper ascoltare questo territorio senza imporre, senza forzare.
Lasciare che le pietre, i sentieri, le montagne e il mare raccontino la loro storia. È in quel racconto che si trova il valore unico dei Nebrodi.
Questo progetto ha un potenziale straordinario, perché vuole mettere in luce non solo le bellezze naturali, ma anche la ricchezza enogastronomica, culturale e umana di questa terra.
Per farlo, però, serve qualcosa di più di una buona idea. Serve una sinergia vera tra istituzioni, realtà locali, giovani imprenditori e comunità, affinché il progetto lasci un segno duraturo.
Realtà locali, istituzioni, giovani imprenditori devono collaborare per dare continuità e sostenibilità a un progetto innovativo, ma anche rispettoso delle radici. E poi serve una narrazione potente. Spesso si ricordano i miei articoli sulle mafie, che opprimono e soffocano chi, con il sudore della fronte, porta avanti la propria azienda: gli onesti in Sicilia sono la stragrande maggioranza. Ma ce ne sono tanti altri che mi rendono orgoglioso perché hanno messo in risalto la bellezza dei Nebrodi e hanno convinto imprenditori del settore turistico a inserire quest’area nei loro percorsi.
I media devono essere parte di questo processo, perché far conoscere il valore di un luogo significa anche proteggerlo e preservarlo. Chi mette la testa sotto la sabbia, come uno struzzo, non fa il bene di questi scrigni. Il “niente vidi, niente sacciu” ha già causato danni incalcolabili per generazioni. È il peggior stereotipo e il boomerang mediatico più devastante che possa esistere. I negazionisti che si agitano, additano e sbraitano, con il marranzano in sottofondo, provocano nei turisti solo repulsione per la loro chiusura mentale verso la verità e il loro atteggiamento retrogrado.
Il ruolo dei media è essenziale: raccontare le storie di chi lavora, vive e ama questi luoghi. Perché far conoscere il valore di un territorio non significa solo promuoverlo: significa anche proteggerlo, custodirlo e consegnarlo intatto alle generazioni future. Raccontare un territorio significa raccontare la realtà, senza menzogne. Significa custodirlo. Significa proteggerlo. Solo così si potrà consegnarlo al futuro. Insieme: perché da soli si va veloci, ma tutti per uno si va lontano.
Raccontare un territorio, in fondo, è un atto di responsabilità e di amore. Non è solo una questione di marketing o turismo: è una questione di identità, di appartenenza, di rispetto per ciò che siamo stati e per ciò che possiamo diventare.
È questa, credo, la sfida più grande: trovare il modo di far convivere passato e futuro, tradizione e innovazione, in un equilibrio che non sacrifichi nulla, ma che valorizzi tutto.
Come un novello Ulisse, sogno che un giorno, quando chiuderò la mia stilografica, tornerò nella mia Itaca e la ritroverò non solo intatta, ma anche fiorita, rinnovata, arricchita da tutto ciò che avremo costruito.
Non una nostalgia di ciò che era, ma un’aspirazione a ciò che può diventare. Una casa non come l’ho lasciata, ma come ho sempre sperato che fosse.
Riccardo Zingone 31/01/2025 0
E' on-line il sito dedicato al Santuario della Madonna dei Miracoli di Mistretta
- Il 9 agosto di un anno fa ci lasciava Mario Portera, noto e apprezzato medico amastratino, per più di ventanni dirigente dell'Ospedale SS. Salvatore, legatissimo alla famiglia ma anche alle passioni di cui si nutriva. Mario, infatti, ha sempre avuto una grande attenzione per il sociale che esprimeva in svariati modi: indimenticabile la prima edizione della Dama vivente, fortemente voluta e organizzata da lui ed altri amici, frutto di una passione per il gioco della dama che lo portò a costituire, insieme ad altri appassionati, il Circolo della Dama "Tommaso Aversa" di Mistretta.
Un'altra grande passione che Mario portava avanti e "coltivava" era quella per il buon cibo (era anche un cuoco appassionato) e , soprattutto, per l'olio d'oliva che coltivava nella sua azienda di famiglia.
In uno degli ultimi incontri Mario mi raccontò, con grande entusiasmo, che era prossimo a ottenere un'importante attestazione: quella di Assaggiatore europero di Olio d'oliva, cosa che avvenne poche settimane dopo a Imperia, presso l'ONAOO.
Lo stesso sguardo pieno di eccitazione lo colsi in quello che poi si rivelò essere l'ultimo incontro: ci ritrovammo in Chiesa Madre, lui era insieme alla moglie Gabriella e, uscendo dalla Chiesa mi disse che, insieme, stavano portando a termine un progetto di grande spessore a cui tenevano molto proprio relativo al Santuario della Madonna dei Miracoli in cui eravamo. Ne fui felice e concordammo che, appena tutto fosse stato completato, con piacere lo avrei accolto e diffuso nel sito di Halaesa-Nebrodi.
Poche settimane dopo, purtroppo, Mario ci lasciò ma non il lavoro per cui aveva faticato tanto e che lascerò raccontare a Gabriella Dongarrà che, gentilmente, ha inviato una lettera alla redazione.
"Il santuario Maria SS Dei Miracoli è adesso on line con un sito tutto da scoprire ( troverete sia notizie sulle opere d’arte del Santuario sia una sezione news in costante aggiornamento)
Visitate il sito: https://santuariomistretta.altervista.org/
Il sito nasce da un’idea dell’arciprete, Monsignore Michele Giordano che da più di 30 anni si adopera incessantemente nella nostra Comunità e che è stato l’artefice principale dell’elevazione della Chiesa a Santuario. L’arciprete ha pensato di coinvolgere in questo progetto me e mio marito sfruttando le nostre competenze sia informatiche che di creazione e gestione sito internet. Da qualche anno, infatti, abbiamo creato e gestiamo un sito che si occupa di alimentazione, con particolare riguardo all’alimentazione infantile, https://www.pappablog.it/
Sia io che mio marito avevamo sposato l’idea con molto entusiasmo. Purtroppo le circostanze della vita mi hanno costretto a portare avanti questo progetto da sola. Io sto cercando di dare il massimo.
Oggi il sito è on line. La sua Mission è far conoscere il Santuario ai fedeli che vivono lontani da Mistretta ma anche agli amanti di opere d’arte perché il santuario è uno scrigno di opere d’arte di inestimabile valore e bellezza. Dopo la visita on line il passo successivo è una visita in presenza alla Chiesa e alla nostra ridente cittadina.
Volevo segnalare che il nostro Santuario è luogo di Pia visita per ottenere l’indulgenza giubilare. Sul sito potete trovare tutte le informazioni in merito.
Prossimo Step: stiamo lavorando alla creazione di QR code da sistemare lungo il percorso di visita del Santuario. Inquadrandoli con il cellulare il visitatore si collega a sezioni del sito e può scoprire cosi’ le opere d’arte che ha davanti. Una sorta di visita guidata del tutto gratuita che ognuno può gestire in base ai propri tempi e preferenze.
Sono graditi feedback che possono aiutarci a migliorare e a rendere il sito vivo e partecipato, cuore pulsante della comunità amastratina e non solo."
Riccardo Zingone 26/10/2024 0
Il GMT Halaesa-Nebrodi: facciamo il punto a dieci mesi dal lancio
Le pagine Instagram-Facebook del GMT Halaesa-Nebrodi stanno crescendo sempre di più, segno di un continuo interesse verso il primo esempio di progetto di sviluppo turistico territoriale che mira a fare diventare la nostra area, i nostri Comuni, la nostra gente, Destinazione turistica.
Parallelamente dati molto incoraggianti provengono dal sito halaesanebrodi.it, sia in termini di accesso che di distribuzione nazionale e internazionale. Mi piace sottolineare come tutti i dati non siano stati condizionati da campagne promozionali specifiche che sono comunque programmate ma siano frutto solamente di accessi spontanei alimentati dal passaparola e dalla qualità e quantità dei contenuti pubblicati.
Grazie ad uno scrupoloso lavoro di promozione degli operatori, degli avvenimenti di interesse turistico proposti dai comuni e dal risalto dato ai nostri “ambasciatori” rappresentati da persone che raccontano il territorio in Italia e nel mondo, il nostro sito attraverso i 35000 accessi registrati in questi pochi mesi è diventata la vetrina principale della vitalità di Halaesa-Nebrodi.
Vorrei fissare alcune date:
📌26 gennaio 2024-Presentazione progetto a Mistretta nel corso del convegno “La cultura dell’ospitalità nelle aree interne”.
📌29 aprile 2024-Presentazione del sito e dei primi operatori a Castel di Tusa.
📌21 maggio 2024-Presentazione del progetto alle Proloco del territorio a Motta d’Affermo.
📌21 settembre 2024-Presentazione a Castel di Lucio del Piano d’azione ai Sindaci del territorio e, contestualmente, dei primi dati numerici e statistici provenienti dal sito halaesanebrodi.it.
In questi dieci mesi abbiamo avviato e sviluppato un percorso innovativo, entusiasmante, lungimirante ma anche complesso e pieno d’insidie.
D’altronde proporsi come Destinazione turistica non è cosa semplice: occorrono visione e condivisione, professionalità e perseveranza, fiducia e pazienza, umiltà e coraggio. E amore per il proprio territorio e la propria comunità.
Andrea Succi dice spesso che la Cultura dell’Ospitalità non coincide con il turismo, ma ne è il presupposto.
Ecco, allora, che diventa determinante per ciascuno di noi cambiare il paradigma di approccio al mondo del turismo, Operatore economico o Sindaco che sia.
Certo è che il nostro territorio, la nostra gente, i nostri beni materiali e immateriali, la nostra cultura meritano una chance di rigenerazione turistica e quindi economica attraverso una proposta che sia adeguata ai tempi che viviamo, che guardi ai mercati nazionali e internazionali, che sia professionalmente strutturata e altrettanto professionalmente governata.
Temi di cui da anni si parla e che adesso possiamo realizzare, ma dobbiamo farlo insieme.
La scommessa è sostituire la congiunzione avversativa “ma” con la più semplice e rassicurante congiunzione copulativa “e”.
Non è cosa facile né scontata.
Stessa sorte tocca all’avverbio “insieme”.
➡️A chi ha avuto la pazienza di leggermi fino alla fine chiedo di contribuire alla crescita del progetto anche attraverso la semplice iscrizione ai social nei quali il GMT Halaesa-Nebrodi è presente condividendone i contenuti
➡️agli operatori già presenti voglio trasmettere un messaggio denso di fiducia e di entusiasmo a continuare, la strada è quella giusta
➡️agli altri operatori che ci leggono e vogliono conoscere meglio il progetto chiedo di contattarci perché le porte del GMT sono e continueranno ad essere sempre aperte
➡️agli amministratori di continuare a guardarci, a seguirci e a supportarci con lo stesso entusiasmo che ho raccolto dai loro sguardi e dai loro atteggiamenti in questi dieci mesi.
🔗Dalle giuste sinergie nascono sempre delle belle cose.
Riccardo Zingone 21/09/2024 0
People of Halaesa-Nebrodi: Domenico Boscia (japanese version)
ドメニコ、あなたをここまで導いた理由を教えてください。ロサンゼルスと東京はすぐ近くにあるわけではありません。
世界中を旅し、それぞれの歴史、文化、社会生活を持つ特定の場所を訪れることは、多くのアーティストの願望だと私は信じています。私はメイド・イン・シチリーと、世界で最も美しい船であるアメリゴ・ヴェスプッチ号の2023年から2024年のワールドツアーを通じて、この機会を得ることができました。私たちはロサンゼルスにいて、次の目的地はシンガポールで、その後さらに多くの約束をするために東京から最近戻ってきました。各段階で並外れた芸術的経験を積みながら、シチリアの芸術的な陶器のプレゼンテーションを進めています。
国防省、観光省、ビジネス省とメイド・イン・イタリアの相乗効果から、アメリゴ・ヴェスプッチ・ワールド・ツアーによってイタリアの卓越性を伝える初の巡回展示会であるヴィラッジョ・イタリアが誕生しました。感想はいかがですか?イタリアって海外でそんなに人気があるのですか?
去って留まるか、去って戻るか。これは多くのシチリア移民が目的地に到着して以来直面した歴史的とも言えるジレンマです。我が国のさまざまな省庁、特に国防省、外務省、観光省、商務省とシチリア地域 - 生産活動局、地域文化局の間の強い直観から遺産とアイデンティティ、地域農業局、農村開発および地中海漁業局、家族・社会政策・労働局、神殿の谷考古学公園、カターニア市、UNPLI イタリアプロロコ全国協会、および USEF – ヴィラッジョ・イタリアアメリゴ・ヴェスプッチ練習船のワールドツアーのおかげで、さまざまな国のいくつかの港で、イタリアの優れたもの、特にシチリアの優れたものすべてを大きな力と情熱で結集しました。この文脈において、メイド・イン・シチリーは、ブック・オブ・ルーツという非常に野心的なプロジェクトを通じて、シチリアの誇りの象徴となり、世界中のすべてのシチリア人を支援するシチリアの文化と創造性の基準となる候補になります。最後に、イオ・コンプロ・シチリアーノ - メイド・イン・シチリア協会の創設者であるダヴィデ・モリチ氏とジョヴァンニ・カレア氏と一緒に進めているプロジェクトを通じて、高さ約4メートルの全周を石で固めたマジョリカテラコッタの木を作ります。
日本の巨匠中嶋宏行とのパフォーマンスは、日出ずる国でのあなたの経験を象徴するものになりました。芸術言語は本当に世界共通なのでしょうか?
メイド・イン・シチリア・プロジェクトを歓迎した在ロサンゼルスイタリア総領事ラファエラ・ヴァレンティーニ氏の多大な熱意のおかげで、ロサンゼルス港に建てられたヴィラッジョ・イタリアで「根の木」を贈呈し、プロジェクトは大成功に終わりました。『カム・ホーム』と『神々のシンポジウム』マルコ・サバテリ・プロダクションによる 1つ目は、ユニークな物語のパフォーマンス、象徴的な招待状、そして世界中のイタリア移民に捧げられた祝典であり、彼らのルーツを思い出させます。イベントにはダンサー、歌手、俳優、アクロバットなど18人のパフォーマーが参加しました。彼らのパフォーマンスは、1921 年にニューヨークで起きたトライアングル シャツウエスト工場の悲劇を音楽で表現し、原点回帰への感情的な旅を表していました。
第二部では、愛するイサカへ帰るユリシーズの旅をホメロスの表現で表現しました。さらに、ルーツの書は多くの地方自治体とともに署名され、最初の署名者はカリフォルニアのシチリア料理とイタリア料理の象徴であるガラティ・マメルティーノ出身のシェフ、セレスティーノ・ドラゴでした。署名者の中には、アメリゴ・ヴェスプッチ号の船長ジュゼッペ・ライ、ハンブルクのヴィンチェンツォ・アンドロナコ、ロッテルダムのペッペ・カペラーノ、ドバイのアレッサンドロ・ミセリ、事務次官ヴァレンティーニ・ヴァレンティーニ、UNPLI全国会長アントニオ・ラ・スピナ、彫刻家のヤーゴ、そして他にもたくさんいます。
東京のヴィラッジョ・イタリアでは、このイベントはメイド・イン・シチリアという東洋と西洋の文化の融合であり、イーニットは日本の巨匠中嶋宏行と私の芸術的パフォーマンスを披露しました。日本の書道の伝統とシチリアの芸術陶磁器という何世紀にもわたる芸術という、遠く離れていながらも文化的ルーツへの深い敬意によって結びついた2つの芸術世界を結びつけたユニークなイベントです。このパフォーマンスはロサンゼルスで行われたものと継続しており、ブック・オブ・ルーツのプレゼンテーションが行われます。東京では、異なるながらも親和性の高いルーツの出会いと交流に取り組みました。ルーツというテーマは、日本の議論の中心でもあります。このパフォーマンスはイタリアと日本の間の真の文化的抱擁を表しており、二千年の文化のルーツと伝統を讃え、未来を見据えてそれらを現在に投影する芸術的接触の瞬間でした。私の芸術的介入は、シチリア島の色彩と装飾、特にアラブ・スペインの色彩と装飾にそのルーツがあることが分かりました。私のパフォーマンスの目的は、私の芸術的介入の形と色の起源が私のシチリアのルーツと密接に関係していることを情熱的に強調することでした。
シチリア島はあなたの故郷ですが、世界中があなたの表現の地になりつつあります。あなたを海外に連れて行ってくれる他のプロジェクトはありますか?
1969 年にシチリア島のモッタ ダッフェルモで生まれ、彫刻と陶器のデザインおよび芸術的な陶器の装飾を専門としていました。私は自分の地域と、「チロ・ミケーレ・エスポジート」地域芸術高校で教えているサント・ステファノ・ディ・カマストラ(メイン州)の陶芸の伝統に深い愛着を持っています。私の作品はイタリア国内外で展示されています。さらに、私はシチリアの文化と、不完全さの禅の本質を表現する楽の技法に非常に近づき、熱心にこれを実践しました。これらすべてが私にとって表現豊かな地形となり、私を中国へと連れて行ってくれました。そして今日、練習船アメリゴ・ヴェスプッチの2023年から2025年のワールドツアーに続き、私はメイド・イン・シチリアで美しい冒険に参加しています。
あなたの陶器が直面しなければならなかった旅の間に、あなたはいくつかの不幸を経験しましたが、幸せな結末を迎えました。いったい何が起こったのでしょうか?
8月26日、東京のヴィラッジョ・イタリアで、私と日本の巨匠中嶋宏行とのコラボレーションによる芸術的なパフォーマンスが行われました。イタリアは日本を歓迎します。このイベントは、一見遠く離れているように見えますが、非常に似ている2つの国民と2つの国の間の協力を視覚的に表現することを目的として企画されました。 2000年前の文化のルーツと伝統を讃え、それらを未来を見据えて現在に投影する芸術的接触の瞬間。このイベントは、メイド・イン・シチリアが Enit と協力してプロデュースし、ダヴィデ・モリチ氏とジョヴァンニ・カレア氏がキュレーターを務めました。公演の機会に、東京のヴィラッジョ イタリアで陶器が展示されたことは、シチリアにとって非常に重要な分野に注目と価値を与える素晴らしい機会となりました。これはルーツについてだけでなく、私たちの土地の将来についても語ったシチリア地域生産活動評議会議員エディ・タマジョ氏の言葉でもありました。東京滞在中に、ベスプッチのプレート2枚と焦げ茶色のヘッドが誤って割れてしまいました。そこで、私たちはすぐに金継ぎの専門家である ジャカ・アヤ に連絡しました。彼女は、多大な礼儀と細心の注意を払って、2 枚のベスプッチプレートを修理するために、6 時間以上私たちを研究室に受け入れてくれました。この取り組みは、金継ぎの技術を通じて、壊れた磁器や芸術的な陶器をすべて金で修復し、それに注目に値する象徴的な価値を与える巨匠中嶋宏行が用いた比喩の物語から生まれました。ダークブラウンでも同様の作業を行いました。私、ダヴィデとジョバンニにとって、中嶋宏行との出会いは、まさにジャカ・アヤのような人々、彼ら自身の文化への愛と他文化への強い好奇心との出会いによって思い出深いものとなりました。
ここしばらくの間、シチリアの卓越性を世界に広めることを目的とした取り組みであるメイド・イン・シチリアとの実りあるコラボレーションが進行中です。この相乗効果からどのようなプロジェクトが生まれるのでしょうか?
私たちはメイド・イン・シチリアのチームとともに、海外に住みながらも故郷との強い関係を維持してきた多くのシチリア人によるルーツへの回帰であるトルナ・ア・カーサ・プロジェクトに熱意を持って取り組んでいます。エキサイティングなプロジェクトの発展の中で、パレルモに建設されるメイド・イン・シチリア博物館の誕生が予見されています。
Riccardo Zingone 15/09/2024 0
Gente di Halaesa-Nebrodi: Domenico Boscia
Ho incontrato il professore Domenico Boscia, ceramista, scultore e artista a tutto tondo, dopo avere parlato di lui quale ideatore del magnifico murales in ceramica La via del mare di Torremuzza, installazione collocata nella frazione marinara del comune di Motta d'Affermo, uno dei sette che fanno parte di Halaesa-Nebrodi.
Con Domenico, recentemente tornato da un'esperienza eccezionale vissuta tra Stati Uniti e Giappone, ho avuto il piacere di assaporare un caffè e intrattenermi in una lunga e piacevole chiaccherata, incrociando spesso i vivaci occhi azzurri che sanno di cielo e mare della sua Sicilia.
Domenico, raccontaci di cosa ti ha portato così lontano, Los Angeles e Tokyo non sono esattamente dietro l'angolo.
Ritengo che sia il desiderio di tanti artisti girare per il mondo, visitare luoghi particolari, ognuno con la loro storia, cultura e vita sociale. Io sto avendo questa possibilità attraverso il Made in Sicily e il Tour Mondiale 2023-2024 della nave più bella del mondo che è l'Amerigo Vespucci. Siamo stati a Los Angeles, da poco rientrati da Tokyo con prossima tappa a Singapore e poi ancora altri appuntamenti. Ad ogni tappa una straordinaria esperienza artistica con la quale sto portando avanti la presentazione della ceramica artistica siciliana.
Dalla sinergia tra Ministero della difesa, Ministero del turismo e Ministero delle imprese e made in Italy nasce Villaggio Italia, la prima mostra itinerante dell'eccellenze italiane veicolato dal Tour mondiale della Amerigo Vespucci. Quali le tue impressioni? L'Italia piace così tanto all'estero?
Partire e restare oppure partire e ritornare. Questi i dilemmi, potremmo dire storici, che molti immigrati siciliani si sono posti dal momento in cui sono arrivati a destinazione prefissata.
Da una forte intuizione tra i vari ministeri della nostra nazione, in particolare il Ministero della Difesa, il Ministero degli Esteri, il Ministero del Turismo e il Ministero delle Imprese, insieme alla Regione Siciliana – Assessorato alle Attività Produttive, Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all'Identità, Assessorato Regionale all'Agricoltura, allo Sviluppo Rurale e alla Pesca Mediterranea, Assessorato alla Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro, Parco Archeologico Valle dei Templi, Città di Catania, UNPLI Associazione Nazionale Proloco d’Italia e USEF – prende vita il Villaggio Italia in più porti di diverse nazioni, grazie al Tour Mondiale della Nave Scuola Amerigo Vespucci, riunendo con molta forza e passione tutte le eccellenze italiane e, in particolare, quelle siciliane.
In questo contesto, il Made in Sicily, attraverso un progetto molto ambizioso, il Libro delle Radici, si candida a diventare un simbolo dell’orgoglio siciliano e un punto di riferimento per la cultura e la creatività della Sicilia a sostegno di tutti i siciliani nel mondo. Infine, attraverso un progetto che sto portando avanti con Davide Morici e Giovanni Callea, i due fondatori dell’Associazione Io Compro Siciliano – il Made in Sicily, realizzerò un albero a tutto tondo alto circa quattro metri, tutto in terracotta maiolicata con lastre in pietra lavica, anch'esse maiolicate.
La tua performance con maestro giapponese Nakaijma Hiroyuky è diventata l'icona della tua esperienza nel paese del Sol levante. Davvero il linguaggio dell'arte è universale?
Grazie al grande entusiasmo della Console Generale d’Italia a Los Angeles, Raffaella Valentini, che ha accolto il progetto del Made in Sicily, dopo aver presentato l’Albero delle Radici al Villaggio Italia realizzato nel porto di Los Angeles, grande successo ha avuto “Torna a Casa” e “Il Simposio degli Dei” di Marco Savatteri Production. La prima è una performance narrativa unica, un invito simbolico e una celebrazione dedicata agli emigrati italiani nel mondo, un richiamo alle proprie radici. L’evento ha visto la partecipazione di 18 performer tra ballerini, cantanti, attori e acrobati. La loro esibizione ha rappresentato un viaggio emozionale verso le proprie origini, rappresentando in musica la tragedia della Triangle Shirtwaist Factory a New York nel 1921.
La seconda parte ha visto la rappresentazione omerica del viaggio di Ulisse che ritorna a casa nella sua amata Itaca. Inoltre, è stato firmato, insieme a tante autorità del posto, il Libro delle Radici, il cui primo firmatario è stato Celestino Drago, chef originario di Galati Mamertino, simbolo della cucina siciliana ed italiana in California. Tra i firmatari ci sono stati anche Giuseppe Lai, Comandante della nave Amerigo Vespucci, Vincenzo Andronaco da Amburgo, Peppe Cappellano da Rotterdam, Alessandro Miceli da Dubai, il sottosegretario Valentino Valentini, il presidente nazionale dell’UNPLI Antonio La Spina, lo scultore Jago e molti altri.
Al Villaggio Italia a Tokyo, l’appuntamento è stato un abbraccio culturale tra Oriente e Occidente: il Made in Sicily ed Enit hanno presentato la performance artistica del maestro giapponese Nakajima Hiroyuki e del sottoscritto. Un evento unico nel suo genere che ha unito due mondi artistici, distanti ma accomunati da un profondo rispetto per le radici culturali: la tradizione giapponese della calligrafia e la secolare arte della ceramica artistica siciliana. La performance è in continuità con quanto realizzato a Los Angeles, con la presentazione del Libro delle Radici. A Tokyo abbiamo lavorato sull’incontro e lo scambio di radici diverse eppure fortemente compatibili. Il tema delle radici è centrale anche nel dibattito giapponese. Questa performance ha rappresentato un vero e proprio abbraccio culturale tra Italia e Giappone, un momento di contatto artistico che celebra le radici e le tradizioni di due culture millenarie, proiettandole nel presente con uno sguardo verso il futuro.
Il mio intervento artistico ha trovato le sue radici nei colori e nei decori della Sicilia, soprattutto in quelli arabo-spagnoli. L’obiettivo della mia performance è stato quello di far emergere con passione che l’origine delle forme e dei colori del mio intervento artistico è strettamente connessa alle mie radici siciliane.
La Sicilia è la tua terra d'origine ma il mondo intero sta diventando il tuo terreno espressivo: hai altri progetti che ti porteranno oltre mare?
Nato in Sicilia, a Motta d’Affermo, nel 1969, mi sono specializzato in scultura e progettazione del design ceramico, oltre che in decorazione di ceramica artistica. Sono profondamente legato al mio territorio e alla tradizione della ceramica di Santo Stefano di Camastra (ME), dove insegno presso il Liceo Artistico Regionale “Ciro Michele Esposito”. Le mie opere sono state esposte sia in Italia che all’estero. Inoltre, mi sono avvicinato molto alla cultura siciliana e alla tecnica Raku, che esprime l’essenza Zen dell’imperfezione, praticandola intensamente. Tutto questo è diventato per me un terreno espressivo che mi ha portato anche in Cina, e che oggi mi vede impegnato in una bellissima avventura con il Made in Sicily, a seguito del Tour Mondiale 2023-2025 della nave scuola Amerigo Vespucci.
Durante le trasferte che hanno dovuto affrontare le tue ceramiche hai vissuto alcune disavventure che, però, hanno avuto un lieto fine. Esattamente cosa è successo?
Il 26 agosto, al Villaggio Italia a Tokyo, ha avuto luogo una performance artistica che ha visto la collaborazione tra me e il maestro giapponese Nakajima Hiroyuki. L’Italia abbraccia il Giappone, un evento pensato per dare una rappresentazione visiva della collaborazione tra due popoli e due Paesi apparentemente lontani, ma estremamente affini. Un momento di contatto artistico che celebra le radici e le tradizioni di due culture millenarie, proiettandole nel presente con uno sguardo verso il futuro. L’evento è stato prodotto dal Made in Sicily in collaborazione con Enit, a cura di Giovanni Callea e Davide Morici.
In occasione della performance, la presenza della ceramica al Villaggio Italia a Tokyo è stata una grande opportunità per dare visibilità e valore a un settore molto importante per la Sicilia. Queste sono state anche le parole dell’onorevole Edy Tamajo, assessore delle Attività Produttive della Regione Siciliana, che ha parlato di radici, ma anche del futuro della nostra terra.
Durante i giorni della permanenza a Tokyo, due piatti del Vespucci e una testa di moro si sono rotti accidentalmente. Pertanto, abbiamo subito contattato un’esperta di Kintsugi, Jka Aya, che con molta cortesia e la sua enorme cura ci ha ospitati nel suo laboratorio per oltre sei ore per riparare i due piatti del Vespucci. L’iniziativa è nata dal racconto della metafora utilizzata dal maestro Hiroyuki, che, attraverso la tecnica del Kintsugi, ripara con l'oro tutto ciò che è porcellana o ceramica artistica rotta, conferendole un notevole valore simbolico. La stessa cosa è stata fatta con la testa di moro.
Per me, Davide e Giovanni, l’incontro con il maestro Hiroyuki è stato reso memorabile proprio dall'incontro con persone come Jka Aya, dal loro amore per la propria cultura e dalla grande curiosità verso altre culture.
Da qualche tempo si è avviata una proficua collaborazione con Il Made in Sicily, iniziativa che vuole promuovere le eccellenze siciliane nel mondo. Quali i progetti che nasceranno da questa sinergia?
Con il team de il Made in Sicily stiamo lavorando con grande entusiasmo sul progetto Torna a casa, un rientro alle proprie radici da parte dei tantissimi siciliani che vivono all'estero ma che hanno mantenuto saldo il loro rapporto con la terra d'origine. Nello sviluppo dell'entusiasmante progetto è prevista la nascita del Museo del Made in Sicily che che sorgerà a Palermo.
Riccardo Zingone 06/09/2024 0
Sicilian Crossing a Pettineo fino al 15 settembre
Appena arrivato al primo ambiente del Palazzo comunale di via Garibaldi che accoglie la mostra Sicilian Crossing- Migrazioni Siciliane in America e comunità derivate vengo accolto da un grande silenzio che induce, immediatamente, alla meditazione ed alla lettura didascalica e fotografica dei 120 pannelli che raccontano la grande emigrazione siciliana in America avvenuta dal 1870 fino al 1924.
Ma è solo un silenzio apparente poichè, via via che ci si addentra nella lettura, nella mia mente iniziano a farsi spazio immagini e suoni provenienti dal fertile terreno della memoria, incoraggiati dall'ampia descrizione fotografica che arricchisce e nobilita la mostra: ecco che, allora, iniziano a riecheggiare i canti antichi di contadini e pastori dediti al duro lavoro nei campi, lo scalpitio degli animali da soma utilizzati per il trasporto delle messi, il rumore dei picconi utilizzati da giovani solfatari nudi, spesso condannati ad una morte precoce da malattie che oggi definiremmo "professionali", tutti elementi che fanno da contraltare alle agiate condizioni dei latifondisti di allora che, senza fatica alcuna, sfruttarono le miserie umane per accumulare ricchezze e privilegi.
Ancora suoni sembrano provenire dal porto di Palermo dove all'ancora vi erano enormi piroscafi pieni zeppi di esseri umani che ricordano, con angoscia, gli attuali barconi dei migranti (con la differenza che le immagini di allora erano in bianco e nero mentre quelle di oggi sono a colori) e le cui lacrime del doloroso distacco dalla propria terra solo parzialmente venivano mitigate dalla speranza di trovare un futuro migliore. Il suono caratteristico rilasciato dalle sirene delle navi avvisava di una partenza che sembrava chiudere una pagina per aprirne un'altra lontano, in un altro mondo, nel nuovo mondo delle americhe.
Una volta sbarcati in America ancora suoni: una lingua nuova e sconosciuta, il via vai degli automezzi delle grandi città, il rumore del tram, il frastuono di macchinari industriali mai visti e di metodi di pesca e lavorazione del pesce sconosciuti, i battiti del cuore accelerati dalla paura e dallo smarrimento.
Sempre restando nel tema dei suoni, i dati storici ci ricordano che solo una parte dei nostri conterranei poterono urlare di gioia poichè avevano, realmente, potuto migliorare le proprie condizioni di vita mentre per tantissimi altri lo sbarco in America marcò, drammaticamente, il passaggio da uno sfruttatamento ad un altro e l'emigrazione significò solamente avere traslato la propria condizione di miseria dal "vecchio" al "nuovo" continente. Alcuni di loro furono costretti a ritornare nell'amata-odiata Sicilia.
La mostra racconta il prima, il durante ed il dopo ovvero le motivazioni che hanno determinato un così vasto fenomeno migratorio, i momenti emotivi e pratici che raccontano dell'organizzazione del lungo viaggio, dell'arrivo in America, dell'inizio della nuova vita in una terra certamente ospitale ma anche sconosciuta.
I cinquantanni della migrazione vengono perciò riassunti in quattro sezioni: la prima ci riporta alle cause socio-economico-storiche che hanno costretto migliaia di siciliani ad abbandonare la propria terra (la crisi delle miniere di zolfo e pomice, la devastazione dei vigneti determinata dalla filossera, la progressiva chiusura di tonnare e saline, la ribellione dei fasci siciliani del 1894 ed il devastante terremoto di Messina del 1908). La seconda e la terza descrivono i patemi d'animo legati alla partenza dalla Sicilia fino allo sbarco a Ellis Island con la nascita della comunità di Little Italy e le relative implicazioni che essa ebbe nel tessuto sociale statunitense. La quarta, infine, è dedicata al nevralgico ruolo che ebbero le Società di mutuo soccorso che nacquero nel corso degli anni, elementi fondamentali per l'integrazione e l'assistenza dei siciliani che arrivavano.
Nel frattempo, in un alternarsi di ricordi musicali e frame di documentari in bianco e nero recuperati dal cassetto dei ricordi, vengo raggiunto dall'assessore al turismo del comune di Pettineo, Mariolina Sanguedolce, con la quale condivido la parte finale della mostra ed alla quale ho rivolto alcune domande.
-Assessore, Sicilian Crossing approda a Pettineo, quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad inserire il suo comune tra le tappe della mostra?
Le motivazioni fondamentali sono l'incentivazione e la valorizzazione storica e culturale del nostro borgo al fine di far conoscere, attraverso un processo di consapevolezza, la situazione demografica e socio-economica di quel periodo che ha visto lasciare la propria terra a tanti nostri conterranei con la speranza di trovare "fortuna" presso un altro continente del tutto sconosciuto, tra glorie ma anche tante amarezze.
-La comunità pettinese ha pagato un caro prezzo in termini di calo demografico: nel decennio 1921-1931 la popolazione è scesa drasticamente del 36% con ripercussioni socio-economiche rilevanti. Un'emorragia che è continuata, sia pure con numeri nettamente inferiori, fino ai nostri giorni. Quali le soluzioni per arrestare o invertire questo preoccupante trend?
Questa iniziativa dovrebbe servire da strumento di sensibilizzazione e dovrebbe essere un utile catalizzatore per cercare di arginare lo stesso fenomeno che oggi, purtroppo, sembra si stia ripetendo. Penso che il rilancio dal punto di vista turistico del nostro comune e di tutto il territorio sia una strada da percorrere attraverso un processo condiviso e che potrebbe avere, nel Turismo delle radici, un valido strumento di promozione turistica.
In merito al calo demografico, le soluzioni potrebbero essere molteplici. Innanzitutto, è fondamentale promuovere l'occupazione e le opportunità economiche nella zona, incentivando l'imprenditorialità e l'attrazione di investimenti, azioni che il comune di Pettineo ha avuto la possibilità di attuare con dei contributi a fondo perduto (Fondi comunali marginali DPCM 30 Settembre 2021) mirati all'avvio di attività di ristorazione e lavorazione e trasformazione prodotti agricoli.
Un grosso input deve essere necessario nel migliorare i servizi, in particolare quelli dedicati alla famiglia e alla gioventù, che possono contribuire a rendere il Comune un luogo più attraente per le nuove generazioni. Infine ritengo fondamentale sviluppare programmi di valorizzazione territoriale quali gli eventi culturali e turistici, stimolando l'interesse dei visitatori verso Pettineo e non solo. Necessitano delle azioni di zona mirate, non individuali, che permettano a tutto il comprensorio di emergere, rispettando le peculiarità ed eccellenze proprie di ciascun borgo.
-Il 2024 è l'anno del Turismo delle radici, uno strumento prezioso per intercettare i discendenti dei nostri concittadini residenti all'estero e farli riavvicinare alle proprie origini. Quali sono, in tal senso, le iniziative che la sua amministrazione intende portare avanti? Indubbiamente l'iniziativa portata avanti dal Ministero degli Esteri con l'intento di incoraggiare e rilanciare l'offerta turistica verso nuone direzioni ci ha coinvolti pienamente. Siamo convinti che incrementare quel legame affettivo e culturale che permetterebbe al visitatore di scoprire le qualità oggettive proprie del nostro territorio sia un'opportunità sociale ed economica rilevantissima per rilanciare il nostro borgo. Per questo motivo il comune di Pettineo ha voluto partecipare al Bando per la realizzazione di attività culturali in favore degli italo-discendenti nel mondo ed è stato uno degli 850 Comuni italiani selezionati.
La mostra Sicilian Crossing- Migrazioni Siciliane in America e comunità derivate è promossa da Messina Tourism Bureau attraverso la Rete Metropolitana dei comuni per il turismo delle radici e dalla Rete dei Musei Siciliani dell’emigrazione.
Riccardo Zingone 19/08/2024 0
Mistretta patrimonio dell'umanità, lo scossone di Luciano Mirone
In queste calde, caldissime giornate a cavallo di Ferragosto, arriva da Luciano Mirone, noto giornalista e scrittore di Belpasso, un articolo ricco di contenuti e destinato a suscitare interesse e dibattito all'interno della comunità amastratina, ma non solo: proporre la città di Mistretta come Patrimonio dell'umanità e quindi avviare l'iter per il suo inserimento nella World Heritage List della Convenzione sul patrimonio dell'umanità, adottata dalla Conferenza generale dell'UNESCO nel 1972.
Prima di addentrarmi nel contenuto dell'articolo voglio ricordare, a chi non lo sapesse, che Luciano Mirone è il Direttore del quotidiano online L'informazione.eu, è autore di numerosi libri e saggi, tra cui l'ultimo libro-inchiesta dedicato alla misteriosa morte del commediografo catanese Nino Martoglio. Nella sua lunga attività di giornalista, ha scritto per l'edizione trapanese del Giornale di Sicilia e si è formato professionalmente collaborando con Giuseppe Fava ne I Siciliani, instaurando anche rapporti lavorativi con il Venerdì di Repubblica, Oggi e La Repubblica.
Nel 2000 fonda il periodico L'Informazione che, nella sua versione online, diventa un quotidiano con l'obiettivo puntato sui fatti di cronaca, politici e di costume siciliani e nazionali.
Portano la sua firma diversi libri e approfondimenti legati a fatti di mafia, tra i quali citiamo Un 'suicidio' di mafia. La strana morte di Attilio Manca, a testimonianza dell'acuto spirito investigativo e del taglio da giornalista d'inchiesta puro, caratteristiche che hanno spesso connotato i suoi scritti. Mirone, dunque, è uno scrittore a tutto tondo i cui interessi spaziano dalla saggistica, all'attualità, alla politica e, come si diceva in apertura, anche alle vicende legate a fatti inerenti la sua terra: la Sicilia.
Mirone ama spesso citare Mistretta definendola una città che porta dentro il cuore, tant'è che due dei suoi ultimi libri, Il set delle meraviglie e Il caso Martoglio, sono stati presentati, su desiderio dell'autore, anche nella cittadina nebroidea, luogo dove il padre ha lavorato come Carabiniere e nella quale Luciano ha vissuto la sua infanzia, intessendo con essa un profondo e duraturo legame emozionale. Un po' come quelle amicizie sincere che sconfiggono il tempo e le distanze.
Conosco Luciano Mirone da diversi anni e ne ho sempre apprezzato e condiviso l'amore per un borgo che ha incrociato per caso nei primi anni della sua vita, ma, come spesso accade, ha comunque lasciato dentro il suo cuore, la sua anima, segni ben più profondi e duraturi.
Oggi Luciano torna a parlare della sua Mistretta, lanciando alle istituzioni e alle energie positive del centro nebroideo, ma anche del territorio, una proposta coraggiosa e, per certi aspetti, dirompente: pensare Mistretta come Patrimonio dell'Umanità.
Non mi meraviglia affatto, anzi ne comprendo abbastanza bene le ragioni, che una proposta così importante, impegnativa e ricca di prospettive arrivi da chi, come lui, mistrettese non è, ma proprio per questa ragione è capace di osservare e di osservarci con sguardo lucido e distaccato, "scevro da interessi di parte" - ed aggiunge - "ma animato da criteri oggettivi".
Luciano, nella sua breve ma chiara esposizione, individua alcuni dei criteri posseduti da Mistretta e che potrebbero essere utilli ad accogliere il centro nebroideo nella prestigiosa lista dei Patrimoni dell'umanita: “Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa”. E ancora: “Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana”, corrispondenti al 3° e 4° punto dei "Criteri culturali".
Ho ragione di ritenere che gli apprezzamenti di cui gode la nostra città siano condivisi da moltissime altre persone che, come Luciano, non vivono stabilmente a Mistretta e tuttavia ne colgono la magia che è capace di restituire quale borgo millenario che trasuda storia in ogni suo vicolo, dietro ogni pietra, sopra ogni tegola, attraverso la narrazione secolare delle sue tradizioni, della sua cultura, della sua identità.
Adesso, lanciato il progetto e lasciato decantare l'entusiasmo (e le perplessità) della prima ora, giunge il momento della riflessione e dell'approfondimento al fine di rispondere alla sollecitazione e comprendere se accogliere l'avvincente sfida o, piuttosto, declinare comodamente l'invito.
Io penso che, tra le righe della proposta di Luciano, vi sia il desiderio, che è anche la necessità, di dare uno scossone a Mistretta e al suo territorio, di farla uscire da una fase di stallo alla quale pare rassegnata, condizione che tanti di noi colgono, ma che altrettanti, supinamente, accettano.
Che si apra, quindi, un tavolo di discussione serio, articolato e motivato, a cui invitare le giuste competenze del mondo politico, istituzionale, accademico, culturale, associativo, imprenditoriale, religioso e turistico, con lo scopo di vagliare accuratamente la sostenibilità della proposta di Luciano.
Il GMT™ Halaesa-Nebrodi e l'ecosistema tutto di Territori e italianità, la cui missione è lo sviluppo turistico ed economico delle aree interne, non rimangono indifferenti all'appello di Luciano e sin d'ora manifestano il proprio entusiasmo e la propria disponibilità a dare un contributo allo stimolante progetto oggetto dell'articolo, consapevoli della complessità del percorso che, nelle sue indubbie difficoltà, appare comunque percorribile.