Gente di Halaesa-Nebrodi: Filippo Fratantoni

Un tuffo nella storia di una delle famiglie più rappresentative della ceramica stefanese nel mondo

Filippo Fratantoni con una Matrangela, statuina tipica della ceramica stefanese

Halaesa Nebrodi 09/11/2024 0

Varcare la soglia del grande edificio che ospita lo showroom-fabbrica delle Ceramiche Fratantoni significa immeggersi immediatamente in un mondo i cui contorni sono ben definiti dal grigio dell'argilla ('a rita in dialetto locale) dei tantissimi vasi, teste di moro, portalumi lavorati e lasciati a riposare in attesa di smaltatura e cottura,  a cui fà da contraltare l'esplosione dei vivaci colori usati per la decorazione dei manufatti finiti che invadono lettereralmente gli spazi espositivi. Al centro del palcoscenico di una rappresentazione che va avanti da quasi cento anni, spicca una postazione di lavoro, circondata da manufatti già lavorati ma in attesa di decorazione e cottura: una magnifica scelta scenografica e comunicativa che racconta tanto di questa antica arte espressiva che solamente alla fine di un lungo ciclo lavorativo trova la sua espressione finale. 
Dentro a questo complesso e antico mondo vi sono le persone, gli artigiani e la maestranze che da secoli si dedicano a questa magnifica arte e che hanno reso celebre Santo Stefano di Camastra nel mondo: i ceramisti o, per usare un termine meno noto, i ceramicari.
Filippo Fratantoni è uno di questi, figlio di ceramisti e ceramista egli stesso, personaggio poliedrico, da sempre dentro la vita sociale della sua Santo Stefano di Camastra alla quale ha dedicato anche una lunga parentesi politica. 

Filippo questa chiaccherata avviene all’interno di una delle attività storiche di Santo Stefano di Camastra: l’azienda Ceramiche Fratantoni figlia della Ditta Fratelli Fratantoni fondata nel lontano 1935. Cosa è successo in questi 89 anni di attività? 

L'attività nasce nel dopoguerra quando mio nonno e suoi quattro figli misero in piedi una bottega artigianale dove producevano 'i marazzetri, 'i cusuzze che altro non erano se non giocattoli ispirati agli oggetti di uso quotidiano. Così facendo, attraverso quattro torni usati per la lavorazione, realizzavano piccoli bummuli, quartare, lemmi, rasticetri riproponendo in miniatura ciò che, da tempo, producevano gli artigiani stefanesi all'interno delle loro botteghe. I piccoli pezzi realizzati venivano acquistati da venditori ambulanti che, a bordo dei loro carretti, andavano poi a vendere nei mercatini locali per pochi spiccioli consentendo così, ai bambini meno abbienti, di avere anche loro un modesto giocattolo con cui divertirsi.
Successivamente, al termine della seconda guerra mondiale, avviene il salto di qualità e la famiglia Fratantoni, grazie all'acquisto di magazzini e locali più ampi, si dedica alla produzione di terracotte per uso quotidiano ed edilizio, rimanendo ancora al di fuori dei prodotti ceramici cosi come li vediamo oggi.
In realtà allora fornaci e botteghe erano ancora dislocate fuori paese, lungo la nazionale (SS.113) che portava verso Messina da cui passava tutto il modesto traffico veicolare dell'epoca. Erano i duri anni '50 del dopoguerra ma, successivamente, grazie alla ripresa economica, comiciarono a vedersi prima Fiat 1100, poi Fiat 600, qualche autobus di linea e anche turisti che, attratti dalla merce messa ad asciugare dai numerosi artigiani bordo strada, cominciarono ad essere interessati all'acquisto del prodotto esposto. Da questo momento in poi cresce l'interesse anche a produrre e vendere ceramiche decorate per cui nasce  'a scola ceramica, oggi Liceo Artistico, che comincia a formare i primi decoratori a supporto dei mastri vasai, momento cruciale visto che le maestranze  dell'epoca non avevano le competenze per colorare i loro manufatti.
Il nostro interesse è sempre stato rivolto alla riproduzione di piastrelle e mattoni della tradizione stefanese ottocentesca e, negli anni '70, abbiamo brevettato la smaltatura delle lastre in pietra lavica con cui abbiamo iniziato a costruire tavoli di varie forme e dimensioni altrimenti irrealizzabili con l'argilla, materiale fortemente penalizzato in termini di resistenza e contrazione alla cottura.
Oggi la nostra azienda è arrivata alla quarta generazione, io e i miei fratelli ci dedichiamo alla produzione della linea classica, in particolare modo della produzione di piastrelle, mentre ai ragazzi lasciamo la libertà di sperimentare i nuovi mondi e i nuovi spazi realizzativi proposti  dalle ceramiche moderne.

Alcuni anni fa abbiamo assistito all'invasione di prodotti d’origine estera, sopratutto cinese,  che nulla hanno a che vedere con quelli artigianali, distraendo il consumatore e generando grande confusione. Come ha risposto la comunità dei ceramisti stefanesi a questa ingombrante presenza, quali contromisure ha preso e cosa è cambiato nel rapporto con l’utente finale.

Abbiamo semplicemente continuato a fare il nostro lavoro e a farlo bene.
La vera invasione c'è stata ma è anche passata: oggi dalla Cina arrivano perlopiù riproduzioni di pigne e teste di moro che poco incidono con il nostro lavoro. Mio padre ci diceva sempre: "Non scoraggiatevi, la ceramica ha sempre dei momenti di alti e di bassi" e devo dire che così è stato. Oggi siamo in un momento di grande ripresa, il gusto delle persone si va affinando e sa riconoscere un oggetto per la qualità che esprime, le nuove generazioni sono sempre più attratte dal nostro mondo grazie anche alla presenza dei media e dei social che hanno dato nuovo impulso al nostro settore. Basti pensare alla proiezione internazione che hanno dato alla Testa di moro gli stilisti Dolce e Gabbana presentandola in alcuni loro spot pubblicitari, ciò ha dato risalto ad un oggetto che c'è sempre stato ma che indubbiamente, grazie al loro intervento, è diventato ricercatissimo. 

Il nome di Filippo Fratantoni è strettamente legato al MUDIS, acronimo di Museo Diffuso Stefanese di cui sei il Direttore artistico. Mi incuriosisce l’utilizzo del termine "diffuso" e, nello stesso tempo, vorrei approfondire la sua storia che parte da Giuseppe Lanza Barresi Duca di Camastra.

Noi abbiamo sempre creduto che Santo Stefano di Camastra è un museo a cielo aperto. Il MUDIS nasce da una visione nata negli anni '80 grazie al compianto sindaco Gigi Famularo che si adoperò per trovare i fondi necessari al recupero del palazzo appartenuto al Duca di Camastra, lì nacque il Museo della ceramica con ampi spazi espositivi dedicati alla storia della ceramica stefanese e siciliana che convivono con una importantissima collezione di ceramiche artistiche moderne. Accanto a questo, nell'ambito del progetto del museo diffuso, vi sono delle installazioni sparse lungo la città e le botteghe stesse dei nostri artigiani ne sono parte integrante, attraverso i loro negozi e i coloratissimi spazi espositivi che si affacciano, in maniera molto scenografica, sulle strade principali di Santo Stefano.


La ceramica artistica è un driver turistico molto importante, soprattutto se vengono create le sinergie giuste con altre realtà regionali e nazionali. Trovo molto interessante l’iniziativa del Passaporto della Strada delle  ceramiche che vuole unire sei comunità siciliane in un percorso conoscitivo, molto stimolante, del mondo delle ceramiche e di cui Santo Stefano è parte integrante. Il Passaporto è stato presentato il 24 marzo di quest’anno, io c’ero, ma non ho visto molti ceramisti presenti: quante attività hanno aderito al progetto  e che sviluppi vedi in quest’iniziativa?

E' vero. Per quanto noi ceramisti abbiamo rapporti reciproci cordiali e collaborativi ma siamo piuttosto restii ad uscire dalla nostra bottega e confrontarci su progetti collettivi e di ampio respiro. Talvolta in passato non si sono visti i risultati attesi e ciò ci ha spinto a rinchiuderci sempre più nelle nostre singole attività, evitando il confronto professionale con gli altri colleghi e quindi abbiamo via via rinunciato a creare le giuste sinergie. Penso che invece dovremmo cambiare atteggiamento. 
Riguardo al Passaporto della Strada delle ceramiche ritengo che è stata e rimane un'iniziativa valida nella quale l'attuale amministrazione crede e in cui ha speso tante energie.
Probabilmente andrebbe rivista in alcuni passaggi ma l'iniziativa è davvero interessante.

Le sfide del terzo millennio ci avvicinano sempre più ad un mondo robotizzato e informatizzato: pensi che il mondo della ceramica e dell’artigianato in generale, presto o tardi, dovrà adeguarsi a questa rivoluzione non-gentile? Un robot utilizzerà mai una stecca per modellare una Testa di moro o un pennello per smaltare una Matrangela?

In realtà già esistono le stampanti 3D che sono entrate nel mondo della ceramica industriale. Con loro e grazie a loro oggi si possono realizzare delle lastre in lamina decorata di 3 metri quadrati con spessori di pochi millimetri che sarebbe impossibile realizzare con i macchinari tradizionali. Ma stiamo parlando di produzioni industriali e su larga scala.
L'artigianato è un'altra cosa: è un luogo dove si incrociano 'a rita, la creatività, il cuore e la manualità, non credo possa mai esistere un robot che possa mettersi di mezzo e sostituire l'artigiano-artista, almeno sotto questo aspetto.

Per finire, Filippo, la tua storia racconta di una persona che si è speso per la sua azienda, per la sua famiglia e per la sua comunità. Hai un sogno nel cassetto che vorresti affidare alle  generazioni future?

Il sogno c'è e lo tengo nel cassetto da diversi anni: mi piacerebbe che si relizzasse un grande museo della ceramica contemporanea con giovani artisti provenienti da tutto il mondo che si ritrovano a Santo Stefano per sognare, sperimentare e realizzare opere d'arte contemporanee. Sarebbe un valido strumento di attrazione culturale e turistica da affiancare alle opere d'arte contenute nel Museo diffuso di Fiumara d'arte che rafforzerebbe ancora di più la vocazione turistica e artistica del nostro territorio.

Conosci gli Operatori e il Progetto del GMT˜Halaesa-Nebrodi.

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Riccardo Zingone 21/09/2024

People of Halaesa-Nebrodi: Domenico Boscia (japanese version)

ドメニコ、あなたをここまで導いた理由を教えてください。ロサンゼルスと東京はすぐ近くにあるわけではありません。

世界中を旅し、それぞれの歴史、文化、社会生活を持つ特定の場所を訪れることは、多くのアーティストの願望だと私は信じています。私はメイド・イン・シチリーと、世界で最も美しい船であるアメリゴ・ヴェスプッチ号の2023年から2024年のワールドツアーを通じて、この機会を得ることができました。私たちはロサンゼルスにいて、次の目的地はシンガポールで、その後さらに多くの約束をするために東京から最近戻ってきました。各段階で並外れた芸術的経験を積みながら、シチリアの芸術的な陶器のプレゼンテーションを進めています。

国防省、観光省、ビジネス省とメイド・イン・イタリアの相乗効果から、アメリゴ・ヴェスプッチ・ワールド・ツアーによってイタリアの卓越性を伝える初の巡回展示会であるヴィラッジョ・イタリアが誕生しました。感想はいかがですか?イタリアって海外でそんなに人気があるのですか?

去って留まるか、去って戻るか。これは多くのシチリア移民が目的地に到着して以来直面した歴史的とも言えるジレンマです。我が国のさまざまな省庁、特に国防省、外務省、観光省、商務省とシチリア地域 - 生産活動局、地域文化局の間の強い直観から遺産とアイデンティティ、地域農業局、農村開発および地中海漁業局、家族・社会政策・労働局、神殿の谷考古学公園、カターニア市、UNPLI イタリアプロロコ全国協会、および USEF – ヴィラッジョ・イタリアアメリゴ・ヴェスプッチ練習船のワールドツアーのおかげで、さまざまな国のいくつかの港で、イタリアの優れたもの、特にシチリアの優れたものすべてを大きな力と情熱で結集しました。この文脈において、メイド・イン・シチリーは、ブック・オブ・ルーツという非常に野心的なプロジェクトを通じて、シチリアの誇りの象徴となり、世界中のすべてのシチリア人を支援するシチリアの文化と創造性の基準となる候補になります。最後に、イオ・コンプロ・シチリアーノ - メイド・イン・シチリア協会の創設者であるダヴィデ・モリチ氏とジョヴァンニ・カレア氏と一緒に進めているプロジェクトを通じて、高さ約4メートルの全周を石で固めたマジョリカテラコッタの木を作ります。

日本の巨匠中嶋宏行とのパフォーマンスは、日出ずる国でのあなたの経験を象徴するものになりました。芸術言語は本当に世界共通なのでしょうか?

メイド・イン・シチリア・プロジェクトを歓迎した在ロサンゼルスイタリア総領事ラファエラ・ヴァレンティーニ氏の多大な熱意のおかげで、ロサンゼルス港に建てられたヴィラッジョ・イタリアで「根の木」を贈呈し、プロジェクトは大成功に終わりました。『カム・ホーム』と『神々のシンポジウム』マルコ・サバテリ・プロダクションによる 1つ目は、ユニークな物語のパフォーマンス、象徴的な招待状、そして世界中のイタリア移民に捧げられた祝典であり、彼らのルーツを思い出させます。イベントにはダンサー、歌手、俳優、アクロバットなど18人のパフォーマーが参加しました。彼らのパフォーマンスは、1921 年にニューヨークで起きたトライアングル シャツウエスト工場の悲劇を音楽で表現し、原点回帰への感情的な旅を表していました。

第二部では、愛するイサカへ帰るユリシーズの旅をホメロスの表現で表現しました。さらに、ルーツの書は多くの地方自治体とともに署名され、最初の署名者はカリフォルニアのシチリア料理とイタリア料理の象徴であるガラティ・マメルティーノ出身のシェフ、セレスティーノ・ドラゴでした。署名者の中には、アメリゴ・ヴェスプッチ号の船長ジュゼッペ・ライ、ハンブルクのヴィンチェンツォ・アンドロナコ、ロッテルダムのペッペ・カペラーノ、ドバイのアレッサンドロ・ミセリ、事務次官ヴァレンティーニ・ヴァレンティーニ、UNPLI全国会長アントニオ・ラ・スピナ、彫刻家のヤーゴ、そして他にもたくさんいます。

東京のヴィラッジョ・イタリアでは、このイベントはメイド・イン・シチリアという東洋と西洋の文化の融合であり、イーニットは日本の巨匠中嶋宏行と私の芸術的パフォーマンスを披露しました。日本の書道の伝統とシチリアの芸術陶磁器という何世紀にもわたる芸術という、遠く離れていながらも文化的ルーツへの深い敬意によって結びついた2つの芸術世界を結びつけたユニークなイベントです。このパフォーマンスはロサンゼルスで行われたものと継続しており、ブック・オブ・ルーツのプレゼンテーションが行われます。東京では、異なるながらも親和性の高いルーツの出会いと交流に取り組みました。ルーツというテーマは、日本の議論の中心でもあります。このパフォーマンスはイタリアと日本の間の真の文化的抱擁を表しており、二千年の文化のルーツと伝統を讃え、未来を見据えてそれらを現在に投影する芸術的接触の瞬間でした。私の芸術的介入は、シチリア島の色彩と装飾、特にアラブ・スペインの色彩と装飾にそのルーツがあることが分かりました。私のパフォーマンスの目的は、私の芸術的介入の形と色の起源が私のシチリアのルーツと密接に関係していることを情熱的に強調することでした。

シチリア島はあなたの故郷ですが、世界中があなたの表現の地になりつつあります。あなたを海外に連れて行ってくれる他のプロジェクトはありますか?

1969 年にシチリア島のモッタ ダッフェルモで生まれ、彫刻と陶器のデザインおよび芸術的な陶器の装飾を専門としていました。私は自分の地域と、「チロ・ミケーレ・エスポジート」地域芸術高校で教えているサント・ステファノ・ディ・カマストラ(メイン州)の陶芸の伝統に深い愛着を持っています。私の作品はイタリア国内外で展示されています。さらに、私はシチリアの文化と、不完全さの禅の本質を表現する楽の技法に非常に近づき、熱心にこれを実践しました。これらすべてが私にとって表現豊かな地形となり、私を中国へと連れて行ってくれました。そして今日、練習船アメリゴ・ヴェスプッチの2023年から2025年のワールドツアーに続き、私はメイド・イン・シチリアで美しい冒険に参加しています。

あなたの陶器が直面しなければならなかった旅の間に、あなたはいくつかの不幸を経験しましたが、幸せな結末を迎えました。いったい何が起こったのでしょうか?

8月26日、東京のヴィラッジョ・イタリアで、私と日本の巨匠中嶋宏行とのコラボレーションによる芸術的なパフォーマンスが行われました。イタリアは日本を歓迎します。このイベントは、一見遠く離れているように見えますが、非常に似ている2つの国民と2つの国の間の協力を視覚的に表現することを目的として企画されました。 2000年前の文化のルーツと伝統を讃え、それらを未来を見据えて現在に投影する芸術的接触の瞬間。このイベントは、メイド・イン・シチリアが Enit と協力してプロデュースし、ダヴィデ・モリチ氏とジョヴァンニ・カレア氏がキュレーターを務めました。公演の機会に、東京のヴィラッジョ イタリアで陶器が展示されたことは、シチリアにとって非常に重要な分野に注目と価値を与える素晴らしい機会となりました。これはルーツについてだけでなく、私たちの土地の将来についても語ったシチリア地域生産活動評議会議員エディ・タマジョ氏の言葉でもありました。東京滞在中に、ベスプッチのプレート2枚と焦げ茶色のヘッドが誤って割れてしまいました。そこで、私たちはすぐに金継ぎの専門家である ジャカ・アヤ に連絡しました。彼女は、多大な礼儀と細心の注意を払って、2 枚のベスプッチプレートを修理するために、6 時間以上私たちを研究室に受け入れてくれました。この取り組みは、金継ぎの技術を通じて、壊れた磁器や芸術的な陶器をすべて金で修復し、それに注目に値する象徴的な価値を与える巨匠中嶋宏行が用いた比喩の物語から生まれました。ダークブラウンでも同様の作業を行いました。私、ダヴィデとジョバンニにとって、中嶋宏行との出会いは、まさにジャカ・アヤのような人々、彼ら自身の文化への愛と他文化への強い好奇心との出会いによって思い出深いものとなりました。

ここしばらくの間、シチリアの卓越性を世界に広めることを目的とした取り組みであるメイド・イン・シチリアとの実りあるコラボレーションが進行中です。この相乗効果からどのようなプロジェクトが生まれるのでしょうか?

私たちはメイド・イン・シチリアのチームとともに、海外に住みながらも故郷との強い関係を維持してきた多くのシチリア人によるルーツへの回帰であるトルナ・ア・カーサ・プロジェクトに熱意を持って取り組んでいます。エキサイティングなプロジェクトの発展の中で、パレルモに建設されるメイド・イン・シチリア博物館の誕生が予見されています。

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Riccardo Zingone 16/08/2025

Mario Biffarella e Rimembranze a cinque anni dalla sua scomparsa

Credo che Mario ieri sera si sia divertito un mondo. Lui, che ha sempre sostenuto che i morti non muoiono mai completamente, ma ci osservano dall'aldilà, da un'altra dimensione, l'ho visto seduto sugli scalini di casa sua, in una viuzza vicino alla Chiesa di Santa Caterina a Mistretta. Stava osservando, ci stava osservando e si stava osservando.

Il suo sguardo furbo, profondo e dolce allo stesso tempo si posava, incuriosito come quello dei folletti che amava dipingere, sulle espressioni di chi, a distanza di cinque anni dalla sua scomparsa, aveva deciso di accogliere l'invito di familiari e amici a partecipare a una fresca serata d'agosto dedicata non alla sua commemorazione, ma al suo ricordo.

Si è divertito un mondo, dicevo. L'ho notato quando si sbellicava dalle risate ascoltando le parole del suo fraterno amico Tatà. Crescere insieme a una persona, condividerne le battaglie, le passioni, le scelte audaci e controcorrente, i successi e gli insuccessi, rappresenta l'humus su cui germoglia, cresce e matura un'amicizia sincera, profonda e senza tempo. Per questo motivo Tatà, nel raccontare Mario, non ha potuto fare a meno di raccontare se stesso. E viceversa. Mario, seduto su quei scalini, rideva e Tatà sorrideva, tra un aneddoto e l'altro, mentre ci parlava di Mario ragazzo, Mario artista, Mario filosofo, Mario politico, Mario "comunista", Mario scrittore, Mario uomo.

A un certo punto, però, l'espressione divertita di Mario è cambiata, diventando più raccolta. La scena stava cambiando e anche Mario stava cambiando. Il figlio Alvaro ha imbracciato la chitarra, si è sistemato il microfono e, insieme a Valentina, ha cominciato a intonare le prime note de La canzone di Marinella, di quel De André che Mario, tanto tempo prima, aveva fatto conoscere al proprio figlio.

Mario aveva cantato De André più e più volte in casa, durante gli "schiticchi", forse anche con il suo gruppo Gli Elfi, ma adesso, sentirlo cantare da Alvaro, lo commuove e, allo stesso tempo, lo compiace. "È proprio bravo Alvaro", pensa tra sé e sé, mentre la magia della musica si diffonde lungo lo stretto vicolo affollato di gente. Poi lo vedo scendere le scale e suonare l'ultima strofa insieme:

"Questa è la tua canzone, Marinella Che sei volata in cielo su una stella E come tutte le più belle cose Vivesti solo un giorno, come le rose E come tutte le più belle cose Vivesti solo un giorno, come le rose."

Mentre Alvaro e Valentina continuano la loro performance musicale, Mario, Liria e Ferruccio ci accompagnano su per le scale in quello che ora è un piccolo museo. Raccoglie dipinti, bozzetti, scritti e documenti vari prodotti da Mario durante la sua lunga vita artistica, gelosamente custoditi dalla famiglia in quello scrigno di cultura materiale e immateriale che Tatà vorrebbe far diventare una Fondazione. È il laboratorio-studio dove Mario liberava la sua eccezionale sensibilità artistica, il suo pennello ironico, sarcastico, dissacratore, audace e affascinante, ma anche dolce. Mi hanno sempre colpito i colori, le figure dipinte dall'aspetto quasi fotografico, simboli e simbolismi, gnomi, rospi, libri aperti, volti.

La mostra Rimembranze sarà aperta anche oggi, 16 agosto, dalle 19:00 in poi. Se scrutate con attenzione, Mario sarà ancora lì a osservare, a osservarci, a osservarsi.

Per approfondimenti http://www.mistretta.eu/Speciale%20Mario%20Biffarella.html

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Riccardo Zingone 20/09/2025

Nino Mallaci, il Progetto Capramal ed il suo salame di capra messinese

La storia del salame di capra di Nino

Per raccontare il salame di capra prodotto da Antonino Mallaci Bocchio — per tutti Nino — è necessario fare un lungo passo indietro e ascoltare la sua storia, che affonda le radici in un'antica azienda di famiglia dedita all'agricoltura e alla zootecnia.

"Vengo da una famiglia di agricoltori e allevatori", racconta Nino. "Sono sempre stato affascinato da questo mondo ricco di valori e sentimenti, ma anche di enormi sacrifici".

Da ragazzo, Nino divideva il suo tempo tra la scuola e l'azienda di famiglia. Una volta ottenuto il diploma di geometra, decise di abbandonare gli studi per dedicarsi completamente all'attività, che all'epoca era principalmente l'allevamento di vacche. "I nostri terreni per il pascolo si trovavano tra Mistretta, Cerami e Agira, il che comportava un notevole dispendio di energie organizzative ed economiche", spiega. Alla fine degli anni Novanta, ventenne, decise con il padre di costruire un capannone nel terreno di contrada Calogno, a Cerami, ma adiacente a Mistretta. Da allora, tutta la sua attività si è concentrata lì.

Come in molte aziende zootecniche, anche in quella di Nino c'erano capre e maiali. "Ricordo che da bambino", prosegue Nino con emozione, "assistevo spesso alla preparazione di vari salumi, tra cui quello di capra, che si otteneva miscelando la carne di capra, magra per natura, con i resti della lavorazione delle carni di maiale. Non ho mai dimenticato quei sapori, quegli odori e quelle sane tradizioni. Da tempo mi sono prefissato l'obiettivo di mantenerle vive attraverso la mia azienda e la mia attività commerciale".


La Dispensa del Massaro e un sogno ritrovato

Arrivando ai giorni nostri, Nino ha aperto un punto vendita a Santo Stefano di Camastra, dove ha avviato La dispensa del Massaro. L'intento era promuovere e vendere la norcineria del Suino Nero dei Nebrodi, un prodotto d'eccellenza del territorio, insieme a carne bovina selezionata. Tuttavia, il pensiero delle capre continuava a "pascolare" nella sua mente, insieme al progetto di portare le tradizioni culinarie a loro legate sulle tavole di tutti.

A un certo punto, si presentò a Nino la possibilità di acquistare un certo numero di Capre Messinesi certificate, una razza autoctona con radici tra i Nebrodi e i Peloritani, apprezzata per la qualità del latte e la bontà delle sue carni.

"Con l'acquisto di questo gregge", racconta Nino, "sentivo di essere vicino alla realizzazione del mio sogno, ma ero anche consapevole di dover acquisire ulteriori conoscenze per riuscire a produrre un salume di qualità, rispettoso della tradizione e dei canoni moderni".

Decise quindi di frequentare un corso specifico ad Alba, in Piemonte, una zona con una lunga e consolidata tradizione nell'allevamento di capre e nella produzione di salumi. Dopo varie sperimentazioni, è riuscito a produrre il suo salame di capra, trovando il giusto equilibrio tra compattezza, resistenza al taglio, conservazione, sapore e profumo.


Un prodotto che è sintesi di tradizione e innovazione

Il lungo e complesso percorso di Nino, supportato dalla sua famiglia, ha trovato un epilogo il 18 settembre, in occasione della presentazione ufficiale del progetto Capramal a Santo Stefano di Camastra. L'evento ha visto la partecipazione di amministratori, tecnici, amici e curiosi, tutti attratti da questa gustosa novità.

L'esperienza gastronomica di degustazione del salame di capra è stata arricchita dalle specialità prodotte da altre aziende locali: l'azienda Spina Santa di Nicosia, specializzata nella produzione di formaggio caprino, e l'azienda Casaleni, che da tempo propone un'offerta gastronomica d'eccellenza. Grazie a queste sinergie, si è scoperto come il salame di capra messinese trovi una particolare esaltazione in abbinamento, ad esempio, alla provola dolce e alla marmellata di fichi.

Una perfetta sintesi dei valori espressi dal salame di capra messinese è racchiusa nelle parole della dottoressa Serena Nigrelli, l'agronoma che ha seguito Nino durante l'iter burocratico: "Quello di Nino è un salame che va assaporato a occhi chiusi, perché così possiamo cogliere sensazioni uniche che ci riportano indietro nel tempo".

Non resta che augurare un sincero in bocca al lupo a Nino e al suo sogno diventato realtà. Il territorio ha bisogno di queste energie, visioni ed entusiasmo affinché le nostre belle tradizioni si trasformino da memorie in fatti concreti.

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