Mistretta-Last summer night-Pippo Palmieri-18 agosto
halaesanebrodi 25/06/2024 0
Eccezionale serata dj a Mistretta con Pippo Palmieri, Oris e Simone Mileti.
Dopo la processione di San Sebastiano, Piazza San Felice, start a mezzanotte.
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Riccardo Zingone 19/07/2025
Gente di Halaesa Nebrodi: Martin Declève e la sua Regale Dimora
La Storia di Romei
La contrada Romei, situata nel territorio di Mistretta, è uno dei luoghi rurali più iconici del centro nebroideo. Si ritiene che in quest'area, secondo le descrizioni di Silio Italico e Polibio, sorgesse l'antica Noma, e che il nome "Romei" derivi proprio dagli antichi abitanti della città greco-romana, i Nomei.
Adagiato lungo il versante orientale che si inerpica verso contrada Zupardo, a ridosso del torrente Serravalle, l'ex feudo di Romei era noto per la ricca produzione di uva, agrumi, olio d'oliva e frutti vari. Un tempo, vi si coltivava abbondantemente anche il gelso, le cui foglie erano nutrimento per il baco da seta. La fertilità della terra unita alla mitezza del clima hanno incentivato gli abitanti di Mistretta a stabilirsi qui, come testimoniano i numerosi antichi casali ancora presenti.
Dopo il 1684, il Feudo fu assegnato a Santo Stefano di Camastra ma, a seguito di diverse vicissitudini giudiziarie, una parte di esso tornò di proprietà del Comune di Mistretta. Ebbe così inizio una svendita, e molte terre vennero cedute a potenti famiglie come gli Allegra, i Natoli, i Salamone, gli Armao e gli Aversa, che edificarono prestigiose ville.
Nel corso del tempo, questa contrada divenne così popolosa da giustificare la presenza di un distaccamento della scuola elementare di Mistretta, ospitato in un edificio apposito dove venivano istruite alcune decine di bambini. Ciò accadde sino agli anni Sessanta, come racconta e documenta Nella Faillaci, appassionata ricercatrice di storia locale ed ex responsabile dell'Archivio Storico Comunale di Mistretta. (1)
Oggi, l'ex Feudo Romei sta vivendo una nuova stagione: molte delle antiche famiglie non esistono più, ma diverse tenute hanno riacquistato nuova linfa grazie all'interesse di numerosi nuovi proprietari che hanno deciso di fare di questi luoghi la propria dimora. È da questo interessante spunto rigenerativo che inizia il nostro racconto.
Palazzo Natoli-Giaconia: Una Perla Incastonata tra Querce e Ulivi Secolari
Arrivo all'appuntamento con Martin alcuni minuti prima dell'orario stabilito. Poco prima mi aveva avvisato di un ritardo, ma mi aveva dato il permesso di entrare nella proprietà. Appena scendo dall'auto, che fino a quel momento mi aveva protetto dalla calura estiva e isolato da suoni e odori, vengo letteralmente avvolto dalla bellezza del luogo e dal frastuono incessante delle cicale. Esistono esperienze che ci riportano indietro nel tempo, e subito mi sento immerso in una situazione inaspettata che merita rispetto: l'antico casale che mi ospita, la "Regale dimora" (come descritto a matita su un muro da un ospite del casale), trasmette un'energia straordinaria.
Mi sento ospite in un luogo dalla grande sacralità e, per questo motivo, mi muovo in punta di piedi. Persino l'antico selciato in pietra merita rispetto, e lo calpesto con circospezione.
Nell'attesa dell'arrivo di Martin, mi aggirò lungo il cortile dell'imponente, ma ben integrata, dimora storica, circondata da ulivi secolari e da una fitta boscaglia. Sbirciando qua e là, la mia attenzione viene subito catturata da una scenografica fontana che riporta scolpita la data 1761.
L'acqua scorre, e c'è vita. La figura centrale scolpita è accolta in una nicchia in pietra che conserva ancora delle decorazioni in rosso, una caratteristica che si può notare anche lungo la facciata principale a due piani del prospetto, corredata da una scenografica scala a doppia rampa che conduce al piano superiore. Noto, infatti, come nel prospetto si intraveda ancora il rosso con cui erano state dipinte le pareti del piano terra che, insieme al giallo e al verde, dovevano conferire alla costruzione un aspetto particolarmente elegante e classicheggiante. D'altronde, ci troviamo in pieno neoclassicismo, e l'eco degli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano è evidentemente giunta anche qui, lasciando traccia in questo edificio.
Trovo aperte alcune porte che introducono ai magazzini dove è ancora visibile un antico frantoio con l'enorme mole in pietra ed il torchio azionati da animali da soma. La corrente elettrica da queste parti arriverà molto tardi ma i vecchi proprietari, eredi della famiglia Natoli-Giaconia, nel frattempo avevano arginato il problema acquistando un moderno impianto collocato in un altro edificio e alimentato da un gruppo elettrogeno. Il frantoio restò in funzione fino agli anni sessanta diventanto il punto di riferimento dell'area circostante per la molitura delle olive.
Accanto l'edificio la chiesetta rurale completamente disadorna datata 1783, con in fondo un piccolo altare e pavimento in maiolica.
Martin Décleve e Valérie Verdinne: Dalla Pandemia al Loro Sogno
Il frastuono delle cicale viene momentaneamente interrotto dall'arrivo di un'automobile: è Martin, che mi accoglie con un caldo sorriso, prontamente ricambiato.
Iniziamo a sorseggiare un fresco aperitivo in terrazza, che ci accompagna lungo la piacevole chiacchierata, durante la quale Martin mi racconta di sé e di ciò che lo ha spinto dal Belgio fin qui.
"È un progetto che nasce molto lontano: io ho insegnato latino e greco per ventidue anni e mia moglie Valérie ha ereditato una farmacia di famiglia, ma entrambi avevamo il desiderio di dedicarci all'arte. Così, ad un certo punto, ho abbandonato l'insegnamento per occuparmi professionalmente di fotografia e cinematografia, e, con Valérie, abbiamo restaurato insieme una casa a Bruxelles. Durante la pandemia, nonostante le restrizioni, iniziamo a viaggiare in Italia fino ad arrivare in Sicilia, dove veniamo a contatto con questo territorio che ci affascina immediatamente."
"Io e Valérie", prosegue Martin, "abbiamo sempre pensato di acquistare un immobile con delle caratteristiche speciali, che da solo raccontasse una storia, e abbiamo pensato che in questa zona, prima o poi, lo avremmo trovato. Non abbiamo affidato la nostra ricerca ad agenzie immobiliari, ma piuttosto al passaparola. Così, grazie a conoscenze comuni, siamo stati messi in contatto con i vecchi proprietari e, dopo un po' di tempo, la nostra ricerca si è conclusa."
Finita la pandemia, Martin e Valérie acquistano la proprietà proveniente dalla famiglia Parlato-Martorana e subito avviano i lavori di pulizia e recupero, ma non dell'immobile. Questa è stata una scelta precisa. "Per adesso ci stiamo occupando della pulizia del terreno che misura diciotto ettari", continua Martin, "ma per me è un vero spettacolo recuperarlo poco alla volta. Ogni giorno è una nuova scoperta e questo è bellissimo! L'obiettivo è pulirne circa quattro ettari e il resto lasciarlo come bosco. La casa sarà ristrutturata solamente quando capiremo fino in fondo quale direzione prendere. Siamo alla ricerca di un modello da applicare, ma quelli comuni non ci soddisfano, dunque attenderemo il tempo necessario. Pensiamo, comunque, di creare un modello che unisca la cultura con l'agricoltura."
Nasce il DDT Project: L'Arte Contemporanea si Sposa con la Storia
"Due anni fa, con Valérie e alcuni amici, abbiamo trascorso la prima estate in questo posto. Fuori era ancora una giungla, ma tutti abbiamo percepito il fascino che emanava l'insieme: la pace, la bellezza, la terra, la storia. Nel frattempo abbiamo abbandonato l'ipotesi di realizzare un agriturismo e dedicarci semplicemente alla ricettività e alla ristorazione. Dunque ci siamo presi una pausa e adesso siamo alla ricerca di uno scopo più profondo e spirituale, creando una realtà dove la nostra voglia di creazione possa essere condivisa. Non riesco a immaginare un giorno senza creatività, senza voglia di fare, e con Valérie crediamo di sviluppare un modello di vita che trasmetta felicità."
"Abbiamo quindi condiviso l'idea di allestire una mostra adesso, lasciando e presentando il fabbricato così come lo abbiamo trovato, utilizzando le tante stanze per ospitare le realizzazioni."
Così come riportato nel comunicato stampa DDT project fa del messaggio trovato sul muro il titolo della presente iniziativa, ma soprattutto lo eleva a parola d’ordine carica di aspettative, in una residenza che in effetti, al momento, di regale non consente altro che un raro dilatato senso di catartica pace. Al contrario di A e G, i due sconosciuti che firmarono il graffito con le sole iniziali dopo un breve soggiorno più di centoventi anni fa, Declève e Verdinne sono ben consapevoli che nel tempo lungo della loro permanenza, l’impresa consisterà nel “restituire tempo al temporaneo”.
Al lato della porta d’ingresso, sulla parete si leggono alcune date tracciate con vernice rossa: sopra, 1761, quella della fondazione della struttura; su entrambi i lati della porta, dati che vanno dal 1948 al 1967 si riferiscono all’epoca dell’irrorazione del D.D.T. contro la malaria. Nel corso dei secoli citati, il luogo ha subito numerose trasformazioni. Ma è senza dubbio durante la metà del secolo successivo alla messa al bando dell’insetticida, alla fine degli anni ‘70, che si verifica la metamorfosi più radicale: la conclusione dell’attività agricola, l’abbandono dei terreni e l’utilizzo dell’edificio principale lasciato da più di trent’anni, come casa di villeggiatura occasionale. Gli anni del D.D.T. furono quelli della “grande accelerazione”. Al di là del desiderio illusorio di allontanare questo recente passato, l’appropriazione indebita dell’acronimo esprime la volontà dei nuovi proprietari di fare di questo luogo un luogo di agricoltura e cultura, uno spazio dove restituire tempo al provvisorio.
DDT project-Prima di lasciare questa regale dimora
Régis Baudy, Sébastien Bonin, Alessandro Costanzo, Étienne Courtois, Martin Declève, Myriam El Haïk, Laurent Friob, Anna Guillot, Sebastiano Leta, Renee Marcus Janssen, Emmanuel Piron, Rawakari, Agostino Rocco, Alfredo Sciuto.
DDT project : Martin Declève & Valérie Verdinne
Dimora del temporaneo, Mistretta, Contrada Romei, Sicilia, Italia
16.08―14.09.2025
Opening : Sabato 16―domenica 17 agosto
(1) Romei, crocevia dei pellegrini. Nella Faillaci, Il Centro storico-giugno 2003
halaesanebrodi 11/08/2024
Tusa-Cibo e musica sotto le stelle-12 agosto
Evento organizzato dalla famiglia LiDestri, originaria di Tusa e oggi negli Stati Uniti. Giovanni LiDestri, emigrato da Tusa, ha lavorato per Ragu' e poi rilevato Cantisano Foods, trasformandola in LiDestri Foods. La LiDestri Foods, con sede a Rochester-Fairport, impiega circa 1.000 persone nel settore alimentare.
La festa inizia con l'esibizione della Banda musicale Nino Gulioso per poi proseguire con una degustazione di prodotti tipici e per finire ancora musica col Trio Siciliano e la loro coinvolgente e appassionante musica.
halaesanebrodi 05/08/2024
Motta d'Affermo-Sei giorni in manicomio-10 agosto
Il libro Sei giorni in manicomio
Nella primavera del 1991, l’autore decide di fare un viaggio-inchiesta sulla situazione in cui versa l’ex-ospedale psichiatrico “Pietro Pisani” di via Pindemonte 90 a Palermo. Per andare a fondo nel suo intento, decide di vivere quasi un’intera settimana dentro la struttura senza mai uscirne. Il degno epilogo: la pubblicazione di un reportage a puntate sulle pagine del quotidiano La Sicilia, corredato da un’ampia iconografia rigorosamente in bianco e nero curata dal fotoreporter Franco Lannino.
L’intenzione è quella di dare contezza di quello che è effettivamente accaduto dopo la chiusura dei manicomi grazie alla legge Basaglia (1978) e di sensibilizzare la pubblica opinione su uomini e donne tagliati fuori dal mondo, dimenticati forse anche dagli stessi familiari. Cinquecentottanta relitti reclusi, abbandonati al loro triste destino che il giornalista intervista, osserva, racconta, tra cui anche la poetessa Maria Fuxa, considerata la Alda Merini di Sicilia.
Il lavoro che ne viene fuori è un pugno allo stomaco, emerge un forte interrogativo sull’attenzione sanitaria nei confronti dei più deboli e sulla dignità che dovrebbe essere garantita ad ogni uomo.
Chi è Antonio Fiasconaro
Antonio Fiasconaro (Palermo, 1961), giornalista e scrittore. Dal 1990 lavora nella redazione di Palermo del quotidiano “La Sicilia”, scrivendo di sanità, medicina e politica sanitaria. Dal dicembre 2015, è portavoce per la comunicazione istituzionale del comune di Castelbuono (Palermo). Ha curato dal 2002 al 2009 l’ufficio stampa del Gruppo Parlamentare “La Margherita” all’Assemblea Regionale Siciliana e dal 2002 al 2010 l’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera “Cervello” di Palermo. Consigliere nazionale della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), consigliere regionale dell’Associazione Siciliana della Stampa e vice segretario dell’Assostampa Palermo. Suoi scritti e saggi sono compresi in numerose pubblicazioni. Per la nostra casa editrice ha pubblicato Morte d’autore a Palermo (2013) vincitore del Premio Internazionale per la saggistica “Pietro Mignosi” (2015); I masnadieri dell’Acquasanta (2017); La Principessa Tam Tam e il sedicente conte (2020). Ha vinto diversi premi giornalistici.(da www.nuovaipsa.com)