Gente di Halaesa-Nebrodi: Salvatore Cangelosi

il turismo accessibile dal punto di vista di Salvatore Cangelosi affetto da SMA

Halaesa Nebrodi 24/09/2024 0

Ho avuto l'opportunità di conoscere Salvatore Cangelosi attraverso l'amicizia comune con Deborah Quadrio, già insegnante di sostegno, volontaria in diverse associazioni del settore, nonchè ricercatrice indipendente di tecnologie interiori per il benessere psicofisico. Nel definire i dettagli della partecipazione di Salvatore all'incontro tra GMT­™ ed operatori del territorio, programmato insieme ad Andrea Succi  per il 21 settembre a Castel di Lucio, alla prima osservazione fattami da Deborah circa l'abbattimento delle barriere architettoniche nei locali che ci avrebbero accolto, ho percepito, come un pugno allo stomaco, che nell'approccio al mondo della disabilità nulla può essere dato per scontato, a partire dalla presenza o meno dello scivolo, indispensabile per rendere accessibile il luogo ad una persona con esigenze speciali. Nel caso specifico il Municipio di Castel di Lucio era provvisto dello scivolo pertanto Salvatore ha raggiunto l'aula consiliare in tutta sicurezza e non si è evidenziato alcun problema. Ma non è sempre così.
Parto da questa semplice osservazione-che per me è stata una prima lezione- per significare l'importanza che va data a chi la disabilità, temporanea o permanente che sia, la vive quotidianamente in una dimensione tale che ogni attimo della propria giornata va programmata e gestita secondo modalità e parametri che la maggior parte di noi normodotati sconosce o disconosce.

I dati ISTAT riguardanti l'anno 2022 ci restituiscono un quadro di cui è utile avere conoscenza: su una popolazione complessiva di 59.065.000 abitanti le persone con disabilità gravi ammontavano a 2.921.000 unità (4,9%) mentre quelli con disabilità non gravi ammontavano a 9.766.000 unità (16,5%). Va detto che questi dati comprendevano anche i soggetti portatori di disabilià per motivi di età ma è ragionevole pensare che almeno il 15% della popolazione italiana ha esigenze di accessibilità, mentre i turisti con disabilità si stima siano circa un miliardo nel mondo e circa 10 milioni in Italia.
(fonte https://projectforall.net/turismo-accessibile-e-inclusivo-cose-e-cosa-fare/https://saravitali.com/turismo-accessibile-e-inclusivo-turismo-per-tutti/).
Stimolato dagli interventi di Salvatore nel corso dell'incontro di Castel di Lucio abbiamo deciso di affrontare, con lui e attraverso di lui, un argomento che sta molto a cuore al GMT™ Halaesa-Nebrodi nel progetto di proporre il territorio come destinazione turistica: il delicato tema del turismo accessibile e inclusivo.

Salvatore, parlaci di te e della tua storia: il tuo impegno nella sensibilizzazione verso la tematica dell'accesibilità parte da molto lontano.

E' proprio così: la mia è una malattia neuro-degenerativa, SMA acronimo di Atrofia muscolare spinale, che si è manifestata fin dalla nascita limitandomi progressivamente nella mia quotidianità e nei miei rapporti con l'esterno. All'età di diciottanni ho perso anche la motilità delle mani, fatto che ha reso ulteriormente invalidante la mia condizione. Tuttavia ho sempre cercato di trasformare la mia malattia in una missione rivolta alla sensibilizzazione riguardo il complesso mondo della disabilità: in una parola non mi sono mai arreso. Per questo motivo ho speso tante energie nell'associazionismo- attualmente sono molto attivo nell''Associazione di Promozione sociale NEHEMIA (qui uno degli ultimi eventi organizzati) il cui Presidente è Fabrizio Gandellini, sono socio di Famiglie SMA e ho anche vissuto delle esperienze politiche essendomi candidato, senza successo, alle elezioni amministrative del comune di Pollina dove io vivo, inoltre per due anni sono stato coordinatore provinciale di un partito di maggioranza.
Fin da ragazzo, in ambito scolastico, mi sono battuto, supportato dai miei genitori e amici, per l'abbattimento delle barriere architettoniche della scuola che frequentavo e adesso posso dire, con soddisfazione, che abbiamo ottenuto un buon risultato di cui possono usufruire tutte le persone che, come me, hanno difficoltà di tipo motorio. Ma la prima barriera che ho cercato di abbattere è stata quella mentale dei normodotati che, purtroppo, guardavano me ed il mio mondo con sufficienza e quasi con distacco, sottovalutando la mia condizione e non rispettando il mio diritto all'istruzione, alla socializzazione, alla cultura per cui la mia azione di sensibilizzazione si è sempre rivolta tanto alle istituzioni quanto ai privati.

La Costituzione italiana, attraverso gli artt. 2 e 3,  sancisce il valore e la dignità della persona quali principi guida del legislatore e che ogni individuo deve avere eguali possibilità di partecipazione alla vita sociale, politica ed economica del Paese. Quanto, alla luce della tua esperienza diretta o indiretta, ritieni di essere tutelato dallo Stato? Quale incidenza hanno, nella vita di tutti i giorni, parole chiave quali "inclusione", "integrazione" e "inserimento"?

Lo Stato e, in generale, le Istituzioni hanno fatto tanto ma devono fare ancora molto di più, è una questione di approccio mentale: la disabilità non deve essere interpretata come un peso per lo Stato ma, piuttosto, come una ricchezza. Lo Stato deve essere accanto al disabile non solamente con atti legislativi ma soprattutto con fatti concreti: ha il dovere di rispettare la dignità di tutti i cittadini, nel rispetto delle diversità, solo allora lo Stato assolve pienamente alla propria funzione. Necessitano interventi, non solamente economici, volti ad alleggerire l'enorme peso che grava sulle famiglie, integrando questo sforzo con quello assistenziale dove ancora oggi ci sono troppe lacune

La propria famiglia, come hai appena sottolineato, rappresenta il luogo principale dove si snoda la vita quotidiana della persona che manifesta esigenze speciali. Ti andrebbe di raccontarci come si svolge una tua giornata tipo?

Premetto che, grazie al supporto incessante della mia famiglia e dei tanti amici che ho, sono profondamente innamorato della vita. Ma non tutti, purtroppo,  si trovano nella mia condizione. Vivo ogni giornata al massimo delle mie possibilità grazie agli amici, all'impegno sociale, al lavoro. Ogni giorno mi alzo dal letto grazie ai miei familiari che mi trasmettono forza e sicurezza e la mattina la dedico soprattutto alla politica e alla mia associazione, il pomeriggio incontro gli amici e e sto spesso con i miei nipotini. La mia vita, dunque, si svolge in maniera serena e ricca di esperienze ma purtroppo la difficoltà è sempre dietro l'angolo: dal marciapede senza scivolo alla pizzeria che non ha un bagno adeguato alle mie condizioni. Io soffro di una grave limitazione motoria ma la disabilità puo essere anche visiva, uditiva, mentale e legata all'età: tutti dovremmo fare qualcosa in più per abbattere barriere e distanze. 

E' evidente che i gradi e le tipologie di disabilità sono così numerosi e variegati che sarebbe impossibile racchiuderli e analizzarli in una semplice intervista, allora ipotizziamo che tu volessi trascorrere una vacanza in Halaesa-Nebrodi: cosa ti aspetteresti di trovare in termini di accoglienza inclusiva e accesso ai servizi?

Il turismo accessibile è una grande risorsa economica e rappresenta anche la misura di quanto la società è sensibile alle nostre problematiche. Bisogna lavorare sulle mentalità e sulla quotidianità: troppo spesso mi sono trovato nella condizione di rinunciare o di modificare una vacanza perche la struttura, il ristorante o la spiaggia non erano adeguati ai miei bisogni. Non è giusto! Le limitazioni non dovrebbero esistere o, perlomeno, andrebbero ampliati gli sforzi per accogliere tutti, anche i disabili. Il privato, per esempio, non dovrebbe sentirsi obbligato da una legge piuttosto che un'altra per adeguare la sua struttura con bagni a norma,  ma dovrebbe sentire il dovere di agire in autonomia, per senso civico e per restituire un servizio alla collettività. In quest'ottica voglio anche sottolineare l'importanza che ciascun individuo ha nella società, in particolar modo quando si condividono insieme progetti, visioni e operatività facendo rete: bisogna partire dalla volontà di accettare "l'altro" senza pregiudizi o diffidenze di sorta, bisogna sapere ascoltare per abbattere tutte le barriere, fisiche e mentali e, in questo senso, l'essere parte di una comunità che opera in maniera condivisa apporta un grande valore aggiunto all'iniziativa di ciascuno di noi. Ritrovo, con piacere, questo principio nel concetto di Comunità ospitale che ispira il lavoro e la missione del GMT™ Halaesa-Nebrodi.

Il progetto Halaesa-Nebrodi ruota attorno al concetto di Comunità ospitante, dunque le persone ne rappresentano l'elemento fondante in quanto chiamate all'accoglienza, alla partecipazione e alla condivisione. Quale ruolo immagineresti di svolgere come parte attiva del progetto stesso? 

Sarei ben felice di essere parte attiva del progetto di Halaesa-Nebrodi perchè potrei indirizzare, con la mia esperienza diretta, determinate scelte e interventi specifici, non perchè abbia doti intellettive speciali ma semplicemente perche, toccando con mano le necessità delle persone con difficoltà, potrei essere un valido supporto per rendere i nostri luoghi più accessibili e inclusivi. Per esempio, la viabilità su rotaie andrebbe decisamente migliorata. Ho constatato di persona che in un treno per Cefalù il posto per i disabili era stato ottenuto semplicemente e frettolosanente togliendo alcuni sedili normali lasciando un'area libera dove posizionare la carrozzina, senza alcun sistema di aggancio e sicurezza. Ovviamente ho denunciato l'accaduto e, al netto delle scuse di circostanza, dopo tre anni dai fatti non è cambiato nulla.
Ma non voglio chiudere questa intervista con una nota negativa anzi voglio cogliere l'occasione per dire che il cambiamento è possibile a patto che ognuno di noi prenda piena coscienza del problema e lo affronti con consapevolezza e decisione. Io ci sono.

Anche noi Salvatore, grazie.

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Riccardo Zingone 12/02/2025

Gente di Halaesa-Nebrodi-Alessio Ribaudo

Talvolta si può essere Gente di Halaesa-Nebrodi pur vivendo a oltre 1300 km di distanza. E' ciò che accade a tanti siciliani che, per svariati motivi, vivono fuori dal luogo di origine ed è esattamente ciò che avviene anche con Alessio Ribaudo, stefanese di nascita ma milanese di adozione, giornalista del Corriere della Sera.
Nonostante Alessio viva e lavori a Milano da svariato tempo, in realtà quel sottile filo rosso che lo collega alla sua Santo Stefano di Camastra (ma non solo, come vedremo più avanti) non si è mai spezzato anzi, nel corso degli anni, si è addirittura irrobustito, mantenedo così vivi i legami familiari, affettivi e di appartenenza, fatto-quest'ultimo- che si traduce anche nel non avere "assorbito" più di tanto la cadenza meneghina, condizione che, personalmente, apprezzo molto.

Alessio, il tuo biglietto Santo Stefano-Milano non è mai stato di sola andata. Quanto è forte il legame con la Sicilia?

Senza radici, gli alberi non crescono. Sono nato a Santo Stefano di Camastra. Qui sono nati mia madre, Angela Ciofalo, i miei nonni, i bisnonni e i miei avi fino ai quadrisavoli. Mio padre è di Mistretta, una terra che, almeno dal 1448, è stata patria dei Ribaldo — poi Ribbaudo e infine Ribaudo. Un cognome non è mai solo un cognome: è una storia, una traccia, un testimone passato di generazione in generazione.
A Mistretta, ogni sabato da bambino, la domanda rituale era sempre la stessa: “Ma tu a cu apperteni?”. Non era solo una curiosità; era il passaggio obbligato per essere riconosciuti, compresi. La risposta non era mai banale, non bastava dire il nome del padre. Solo quando dicevo: “U niputi ri ron Luciu ri S’Addiu”, il cerchio si chiudeva, l’identità trovava la sua chiave. A Milano, dove vivo da trent’anni, accade qualcosa di simile. Anche qui, in certi ambienti, si distingue tra i “Milanés de la lengua de Milan” e tutti gli altri.
Anche qui il cognome e il dialetto sono sigilli. Ma la verità è che il legame con la propria terra non si misura in chilometri, si misura in battiti.
I Nebrodi mi hanno visto crescere. Ho amato, riso, sognato in queste terre. Da qui sono partito, qui resta la mia anima. Qui c’è la terra che ha esaltato l’entusiasmo della mia giovinezza. Qui ho imparato a stare con i piedi piantati a terra e lo sguardo rivolto al mare, verso l’infinito che neanche la corona delle Eolie sbarra. Fra i miei 1.611 avi, ricostruiti documentalmente, non ci sono stati solo stefanesi e mistrettesi, ma anche militellesi (Faraci) e sanfratellani (Calderone e Tomasello). C’erano cristiani (Armao, Cannata, Smriglio, Scaduto) ed ebrei (Bartolotta, Giaconia, Giordano, Ortoleva).
Nobili e socialisti, appaltatori e artigiani, armatori e allevatori, imprenditori e agrimensori reali, anticlericali incalliti e alti prelati, sindaci e anarchici. Grandi ricchezze e grandi rovesci.
Insomma, c’era tutta la contraddizione dei Nebrodi. Le porto dentro: nel modo in cui guardo il mare, nei silenzi delle montagne, nella tenacia che mi accompagna ogni giorno.


La scrittura, oltre ad essere il tuo lavoro, è una passione profonda. Da dove nasce?

C’è un momento, nella vita di ciascuno, in cui la passione prende forma. Per me accadde in prima media, quando il mio mitico professore di italiano, Gaetano Gerbino, ci assegnò un compito in classe: scrivere un articolo immaginario. Il suo giudizio fu chiaro: “Si prevede un futuro al Corriere della Sera”. Era il 1986. Quell’estate segnò la mia vita.
Avevo appena compiuto dieci anni quando, per la prima volta, mi misero davanti a un mixer e a un microfono. L’editore, Beniamino Priolisi, mi spiegò con calma: “Con questo cursore abbassi la musica, con questo alzi la voce. Vai.” Dopo alcune prove, pronunciò una frase che non ho mai dimenticato: “Da oggi condurrai il tg dei ragazzi”. Era Radio Incontro.
E in quel momento non pensavo più al caldo infernale di quel locale angusto. Pensavo solo alle parole, a quel brivido di raccontare. Poco dopo passai anche al giornalismo televisivo e alla carta stampata: dal Giornale di Sicilia a Centonove, da Onda Tv ad Antenna del Mediterraneo, passando per Radio Stefanese e Tgs.
Avevo appena quindici anni quando seguii il mio primo duplice omicidio. Conoscevo bene le vittime: un compaesano che correva nei rally e il suo navigatore-meccanico. Non potevo girarmi dall’altra parte, non potevo tacere. Quello è stato l’inizio. Poi Mediaset on Line, Italpress, Il Giornale e infine il grande salto: il Corriere della Sera. Da vent’anni racconto il mondo con la consapevolezza che le parole hanno un peso. Le ho usate per raccontare di mafia, legalità, dissesto idrogeologico. La mia scrittura non è mai stata solo un mestiere. È sempre stata, prima di tutto, una forma di resistenza.



Hai scoperto storie dimenticate. Me ne racconti alcune?

Ci sono nomi che la storia perde. Liborio Ribaudo è uno di questi. Nato a Mistretta nel 1897, credeva in valori oggi rari: onore, dovere, patria.
A vent’anni comandava un plotone durante la Grande Guerra. L’Esercito gli conferì la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Dopo la guerra, la vita lo portò in Libia. Era il 1923: la guerra coloniale, il sogno espansionista fascista. Liborio era un ufficiale del Secondo Battaglione Eritreo, sotto il comando di Graziani. Poi arrivò il 27 dicembre. Beni Ulid. Trecento italiani contro tremila ribelli. Liborio, alla testa dei suoi uomini, respinse l’assalto. Fu ferito gravemente. I suoi commilitoni si misero sugli attenti mentre lo riportavano indietro.
Con l’ultimo fiato, si alzò dalla barella e gridò: “Viva sempre l’Italia.” Un’altra Medaglia d’Argento al Valor Militare, ma il suo nome si è sbiadito nei vicoli di Mistretta. Un errore burocratico lo ha collocato a Gela. Ma lui era di Mistretta, e io sogno e ribadisco che il suo nome vada iscritto nel bel Monumento ai Caduti che mio nonno Lucio, con la sua arte, contribuì a erigere.
E poi c’è Maria Ciofalo, giovane partigiana e agente segreta britannica, una figura quasi dimenticata. Operava per lo Special Operations Executive. Una donna coraggiosa, che agiva dietro le linee nemiche, sabotava, spiava. Il mio lavoro è riportare alla luce queste vite e restituire loro il posto che meritano nella memoria collettiva.


Hai ricevuto premi importanti. Il Premio Pio La Torre e il titolo di Siciliano Lombardo dell’Anno 2023. Cosa significano per te?

Significano orgoglio, ma anche una vertigine. Vedere il mio nome accostato all’opera di santi civili come Pio La Torre e Salvatore Carnevale o a grandi magistrati come Antonino Caponnetto è un onore enorme. Questi riconoscimenti non sono solo premi; sono energia pura per continuare un lavoro che è fatica, che richiede dedizione costante. Non si scrive di mafia e legalità per diventare famosi, ma per dare voce a chi non ne ha. Questi premi mi ricordano che il giornalismo non è solo mestiere: è missione, è impegno civile, è responsabilità.



Il GMT™ Halaesa-Nebrodi. Cosa ne pensi?

La memoria di un luogo non sta solo nelle sue pietre o nei suoi documenti, ma in ciò che quelle pietre e quei documenti raccontano, e nel modo in cui noi scegliamo di ascoltarli. Halaesa-Nebrodi è un progetto ambizioso che parte dal presupposto che il passato non debba essere un’ancora che ci trattiene, ma un trampolino che ci proietta in avanti.
Questo significa riconoscere la storia, ma anche darle nuova vita, affinché continui a dialogare con il presente e con il futuro. Bisogna saper ascoltare questo territorio senza imporre, senza forzare.
Lasciare che le pietre, i sentieri, le montagne e il mare raccontino la loro storia. È in quel racconto che si trova il valore unico dei Nebrodi.
Questo progetto ha un potenziale straordinario, perché vuole mettere in luce non solo le bellezze naturali, ma anche la ricchezza enogastronomica, culturale e umana di questa terra.
Per farlo, però, serve qualcosa di più di una buona idea. Serve una sinergia vera tra istituzioni, realtà locali, giovani imprenditori e comunità, affinché il progetto lasci un segno duraturo.
Realtà locali, istituzioni, giovani imprenditori devono collaborare per dare continuità e sostenibilità a un progetto innovativo, ma anche rispettoso delle radici. E poi serve una narrazione potente. Spesso si ricordano i miei articoli sulle mafie, che opprimono e soffocano chi, con il sudore della fronte, porta avanti la propria azienda: gli onesti in Sicilia sono la stragrande maggioranza. Ma ce ne sono tanti altri che mi rendono orgoglioso perché hanno messo in risalto la bellezza dei Nebrodi e hanno convinto imprenditori del settore turistico a inserire quest’area nei loro percorsi.
I media devono essere parte di questo processo, perché far conoscere il valore di un luogo significa anche proteggerlo e preservarlo. Chi mette la testa sotto la sabbia, come uno struzzo, non fa il bene di questi scrigni. Il “niente vidi, niente sacciu” ha già causato danni incalcolabili per generazioni. È il peggior stereotipo e il boomerang mediatico più devastante che possa esistere. I negazionisti che si agitano, additano e sbraitano, con il marranzano in sottofondo, provocano nei turisti solo repulsione per la loro chiusura mentale verso la verità e il loro atteggiamento retrogrado.
Il ruolo dei media è essenziale: raccontare le storie di chi lavora, vive e ama questi luoghi. Perché far conoscere il valore di un territorio non significa solo promuoverlo: significa anche proteggerlo, custodirlo e consegnarlo intatto alle generazioni future. Raccontare un territorio significa raccontare la realtà, senza menzogne. Significa custodirlo. Significa proteggerlo. Solo così si potrà consegnarlo al futuro. Insieme: perché da soli si va veloci, ma tutti per uno si va lontano.
Raccontare un territorio, in fondo, è un atto di responsabilità e di amore. Non è solo una questione di marketing o turismo: è una questione di identità, di appartenenza, di rispetto per ciò che siamo stati e per ciò che possiamo diventare.
È questa, credo, la sfida più grande: trovare il modo di far convivere passato e futuro, tradizione e innovazione, in un equilibrio che non sacrifichi nulla, ma che valorizzi tutto.
Come un novello Ulisse, sogno che un giorno, quando chiuderò la mia stilografica, tornerò nella mia Itaca e la ritroverò non solo intatta, ma anche fiorita, rinnovata, arricchita da tutto ciò che avremo costruito.
Non una nostalgia di ciò che era, ma un’aspirazione a ciò che può diventare. Una casa non come l’ho lasciata, ma come ho sempre sperato che fosse.

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Riccardo Zingone 15/09/2024

Gente di Halaesa-Nebrodi: Domenico Boscia

Ho incontrato il professore Domenico Boscia, ceramista, scultore e artista a tutto tondo, dopo avere parlato di lui quale ideatore del magnifico murales in ceramica La via del mare di Torremuzza, installazione collocata nella frazione marinara del comune di Motta d'Affermo, uno dei sette che fanno parte di Halaesa-Nebrodi.
Con Domenico, recentemente tornato da un'esperienza eccezionale vissuta tra Stati Uniti e Giappone, ho avuto il piacere di assaporare un caffè e intrattenermi in una lunga e piacevole chiaccherata, incrociando spesso i vivaci occhi azzurri che sanno di cielo e mare della sua Sicilia. 

Domenico, raccontaci di cosa ti ha portato così lontano, Los Angeles e Tokyo non sono esattamente dietro l'angolo.

Ritengo che sia il desiderio di tanti artisti girare per il mondo, visitare luoghi particolari, ognuno con la loro storia, cultura e vita sociale. Io sto avendo questa possibilità attraverso il Made in Sicily e il Tour Mondiale 2023-2024 della nave più bella del mondo che è l'Amerigo Vespucci. Siamo stati a Los Angeles, da poco rientrati da Tokyo con prossima tappa a Singapore e poi ancora altri appuntamenti. Ad ogni tappa una straordinaria esperienza artistica con la quale sto portando avanti la presentazione della ceramica artistica siciliana.


Dalla sinergia tra Ministero della difesa, Ministero del turismo e Ministero delle imprese e made in Italy nasce Villaggio Italia, la prima mostra itinerante dell'eccellenze italiane veicolato dal Tour mondiale della Amerigo Vespucci. Quali le tue impressioni? L'Italia piace così tanto all'estero?

Partire e restare oppure partire e ritornare. Questi i dilemmi, potremmo dire storici, che molti immigrati siciliani si sono posti dal momento in cui sono arrivati a destinazione prefissata.
Da una forte intuizione tra i vari ministeri della nostra nazione, in particolare il Ministero della Difesa, il Ministero degli Esteri, il Ministero del Turismo e il Ministero delle Imprese, insieme alla Regione Siciliana – Assessorato alle Attività Produttive, Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all'Identità, Assessorato Regionale all'Agricoltura, allo Sviluppo Rurale e alla Pesca Mediterranea, Assessorato alla Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro, Parco Archeologico Valle dei Templi, Città di Catania, UNPLI Associazione Nazionale Proloco d’Italia e USEF – prende vita il Villaggio Italia in più porti di diverse nazioni, grazie al Tour Mondiale della Nave Scuola Amerigo Vespucci, riunendo con molta forza e passione tutte le eccellenze italiane e, in particolare, quelle siciliane.

In questo contesto, il Made in Sicily, attraverso un progetto molto ambizioso, il Libro delle Radici, si candida a diventare un simbolo dell’orgoglio siciliano e un punto di riferimento per la cultura e la creatività della Sicilia a sostegno di tutti i siciliani nel mondo. Infine, attraverso un progetto che sto portando avanti con Davide Morici e Giovanni Callea, i due fondatori dell’Associazione Io Compro Siciliano – il Made in Sicily, realizzerò un albero a tutto tondo alto circa quattro metri, tutto in terracotta maiolicata con lastre in pietra lavica, anch'esse maiolicate.

La tua performance con maestro giapponese Nakaijma Hiroyuky è diventata l'icona della tua esperienza nel paese del Sol levante. Davvero il linguaggio dell'arte è universale?

Grazie al grande entusiasmo della Console Generale d’Italia a Los Angeles, Raffaella Valentini, che ha accolto il progetto del Made in Sicily, dopo aver presentato l’Albero delle Radici al Villaggio Italia realizzato nel porto di Los Angeles, grande successo ha avuto “Torna a Casa” e “Il Simposio degli Dei” di Marco Savatteri Production. La prima è una performance narrativa unica, un invito simbolico e una celebrazione dedicata agli emigrati italiani nel mondo, un richiamo alle proprie radici. L’evento ha visto la partecipazione di 18 performer tra ballerini, cantanti, attori e acrobati. La loro esibizione ha rappresentato un viaggio emozionale verso le proprie origini, rappresentando in musica la tragedia della Triangle Shirtwaist Factory a New York nel 1921.

La seconda parte ha visto la rappresentazione omerica del viaggio di Ulisse che ritorna a casa nella sua amata Itaca. Inoltre, è stato firmato, insieme a tante autorità del posto, il Libro delle Radici, il cui primo firmatario è stato Celestino Drago, chef originario di Galati Mamertino, simbolo della cucina siciliana ed italiana in California. Tra i firmatari ci sono stati anche Giuseppe Lai, Comandante della nave Amerigo Vespucci, Vincenzo Andronaco da Amburgo, Peppe Cappellano da Rotterdam, Alessandro Miceli da Dubai, il sottosegretario Valentino Valentini, il presidente nazionale dell’UNPLI Antonio La Spina, lo scultore Jago e molti altri.

Al Villaggio Italia a Tokyo, l’appuntamento è stato un abbraccio culturale tra Oriente e Occidente: il Made in Sicily ed Enit hanno presentato la performance artistica del maestro giapponese Nakajima Hiroyuki e del sottoscritto. Un evento unico nel suo genere che ha unito due mondi artistici, distanti ma accomunati da un profondo rispetto per le radici culturali: la tradizione giapponese della calligrafia e la secolare arte della ceramica artistica siciliana. La performance è in continuità con quanto realizzato a Los Angeles, con la presentazione del Libro delle Radici. A Tokyo abbiamo lavorato sull’incontro e lo scambio di radici diverse eppure fortemente compatibili. Il tema delle radici è centrale anche nel dibattito giapponese. Questa performance ha rappresentato un vero e proprio abbraccio culturale tra Italia e Giappone, un momento di contatto artistico che celebra le radici e le tradizioni di due culture millenarie, proiettandole nel presente con uno sguardo verso il futuro.

Il mio intervento artistico ha trovato le sue radici nei colori e nei decori della Sicilia, soprattutto in quelli arabo-spagnoli. L’obiettivo della mia performance è stato quello di far emergere con passione che l’origine delle forme e dei colori del mio intervento artistico è strettamente connessa alle mie radici siciliane.

La Sicilia è la tua terra d'origine ma il mondo intero sta diventando il tuo terreno espressivo: hai altri progetti che ti porteranno oltre mare?

Nato in Sicilia, a Motta d’Affermo, nel 1969, mi sono specializzato in scultura e progettazione del design ceramico, oltre che in decorazione di ceramica artistica. Sono profondamente legato al mio territorio e alla tradizione della ceramica di Santo Stefano di Camastra (ME), dove insegno presso il Liceo Artistico Regionale “Ciro Michele Esposito”. Le mie opere sono state esposte sia in Italia che all’estero. Inoltre, mi sono avvicinato molto alla cultura siciliana e alla tecnica Raku, che esprime l’essenza Zen dell’imperfezione, praticandola intensamente. Tutto questo è diventato per me un terreno espressivo che mi ha portato anche in Cina, e che oggi mi vede impegnato in una bellissima avventura con il Made in Sicily, a seguito del Tour Mondiale 2023-2025 della nave scuola Amerigo Vespucci.

Durante le trasferte che hanno dovuto affrontare le tue ceramiche hai vissuto alcune disavventure che, però, hanno avuto un lieto fine. Esattamente cosa è successo?

Il 26 agosto, al Villaggio Italia a Tokyo, ha avuto luogo una performance artistica che ha visto la collaborazione tra me e il maestro giapponese Nakajima Hiroyuki. L’Italia abbraccia il Giappone, un evento pensato per dare una rappresentazione visiva della collaborazione tra due popoli e due Paesi apparentemente lontani, ma estremamente affini. Un momento di contatto artistico che celebra le radici e le tradizioni di due culture millenarie, proiettandole nel presente con uno sguardo verso il futuro. L’evento è stato prodotto dal Made in Sicily in collaborazione con Enit, a cura di Giovanni Callea e Davide Morici.

In occasione della performance, la presenza della ceramica al Villaggio Italia a Tokyo è stata una grande opportunità per dare visibilità e valore a un settore molto importante per la Sicilia. Queste sono state anche le parole dell’onorevole Edy Tamajo, assessore delle Attività Produttive della Regione Siciliana, che ha parlato di radici, ma anche del futuro della nostra terra.

Durante i giorni della permanenza a Tokyo, due piatti del Vespucci e una testa di moro si sono rotti accidentalmente. Pertanto, abbiamo subito contattato un’esperta di Kintsugi, Jka Aya, che con molta cortesia e la sua enorme cura ci ha ospitati nel suo laboratorio per oltre sei ore per riparare i due piatti del Vespucci. L’iniziativa è nata dal racconto della metafora utilizzata dal maestro Hiroyuki, che, attraverso la tecnica del Kintsugi, ripara con l'oro tutto ciò che è porcellana o ceramica artistica rotta, conferendole un notevole valore simbolico. La stessa cosa è stata fatta con la testa di moro.

Per me, Davide e Giovanni, l’incontro con il maestro Hiroyuki è stato reso memorabile proprio dall'incontro con persone come Jka Aya, dal loro amore per la propria cultura e dalla grande curiosità verso altre culture.

Da qualche tempo si è avviata una proficua collaborazione con Il Made in Sicily, iniziativa che vuole promuovere le eccellenze siciliane nel mondo. Quali i progetti che nasceranno da questa sinergia?

Con il team de il Made in Sicily stiamo lavorando con grande entusiasmo sul progetto Torna a casa, un rientro alle proprie radici da parte dei tantissimi siciliani che vivono all'estero ma che hanno mantenuto saldo il loro rapporto con la terra d'origine. Nello sviluppo dell'entusiasmante progetto è prevista la nascita del Museo del Made in Sicily che che sorgerà a Palermo.

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Riccardo Zingone 21/09/2024

People of Halaesa-Nebrodi: Domenico Boscia (japanese version)

ドメニコ、あなたをここまで導いた理由を教えてください。ロサンゼルスと東京はすぐ近くにあるわけではありません。

世界中を旅し、それぞれの歴史、文化、社会生活を持つ特定の場所を訪れることは、多くのアーティストの願望だと私は信じています。私はメイド・イン・シチリーと、世界で最も美しい船であるアメリゴ・ヴェスプッチ号の2023年から2024年のワールドツアーを通じて、この機会を得ることができました。私たちはロサンゼルスにいて、次の目的地はシンガポールで、その後さらに多くの約束をするために東京から最近戻ってきました。各段階で並外れた芸術的経験を積みながら、シチリアの芸術的な陶器のプレゼンテーションを進めています。

国防省、観光省、ビジネス省とメイド・イン・イタリアの相乗効果から、アメリゴ・ヴェスプッチ・ワールド・ツアーによってイタリアの卓越性を伝える初の巡回展示会であるヴィラッジョ・イタリアが誕生しました。感想はいかがですか?イタリアって海外でそんなに人気があるのですか?

去って留まるか、去って戻るか。これは多くのシチリア移民が目的地に到着して以来直面した歴史的とも言えるジレンマです。我が国のさまざまな省庁、特に国防省、外務省、観光省、商務省とシチリア地域 - 生産活動局、地域文化局の間の強い直観から遺産とアイデンティティ、地域農業局、農村開発および地中海漁業局、家族・社会政策・労働局、神殿の谷考古学公園、カターニア市、UNPLI イタリアプロロコ全国協会、および USEF – ヴィラッジョ・イタリアアメリゴ・ヴェスプッチ練習船のワールドツアーのおかげで、さまざまな国のいくつかの港で、イタリアの優れたもの、特にシチリアの優れたものすべてを大きな力と情熱で結集しました。この文脈において、メイド・イン・シチリーは、ブック・オブ・ルーツという非常に野心的なプロジェクトを通じて、シチリアの誇りの象徴となり、世界中のすべてのシチリア人を支援するシチリアの文化と創造性の基準となる候補になります。最後に、イオ・コンプロ・シチリアーノ - メイド・イン・シチリア協会の創設者であるダヴィデ・モリチ氏とジョヴァンニ・カレア氏と一緒に進めているプロジェクトを通じて、高さ約4メートルの全周を石で固めたマジョリカテラコッタの木を作ります。

日本の巨匠中嶋宏行とのパフォーマンスは、日出ずる国でのあなたの経験を象徴するものになりました。芸術言語は本当に世界共通なのでしょうか?

メイド・イン・シチリア・プロジェクトを歓迎した在ロサンゼルスイタリア総領事ラファエラ・ヴァレンティーニ氏の多大な熱意のおかげで、ロサンゼルス港に建てられたヴィラッジョ・イタリアで「根の木」を贈呈し、プロジェクトは大成功に終わりました。『カム・ホーム』と『神々のシンポジウム』マルコ・サバテリ・プロダクションによる 1つ目は、ユニークな物語のパフォーマンス、象徴的な招待状、そして世界中のイタリア移民に捧げられた祝典であり、彼らのルーツを思い出させます。イベントにはダンサー、歌手、俳優、アクロバットなど18人のパフォーマーが参加しました。彼らのパフォーマンスは、1921 年にニューヨークで起きたトライアングル シャツウエスト工場の悲劇を音楽で表現し、原点回帰への感情的な旅を表していました。

第二部では、愛するイサカへ帰るユリシーズの旅をホメロスの表現で表現しました。さらに、ルーツの書は多くの地方自治体とともに署名され、最初の署名者はカリフォルニアのシチリア料理とイタリア料理の象徴であるガラティ・マメルティーノ出身のシェフ、セレスティーノ・ドラゴでした。署名者の中には、アメリゴ・ヴェスプッチ号の船長ジュゼッペ・ライ、ハンブルクのヴィンチェンツォ・アンドロナコ、ロッテルダムのペッペ・カペラーノ、ドバイのアレッサンドロ・ミセリ、事務次官ヴァレンティーニ・ヴァレンティーニ、UNPLI全国会長アントニオ・ラ・スピナ、彫刻家のヤーゴ、そして他にもたくさんいます。

東京のヴィラッジョ・イタリアでは、このイベントはメイド・イン・シチリアという東洋と西洋の文化の融合であり、イーニットは日本の巨匠中嶋宏行と私の芸術的パフォーマンスを披露しました。日本の書道の伝統とシチリアの芸術陶磁器という何世紀にもわたる芸術という、遠く離れていながらも文化的ルーツへの深い敬意によって結びついた2つの芸術世界を結びつけたユニークなイベントです。このパフォーマンスはロサンゼルスで行われたものと継続しており、ブック・オブ・ルーツのプレゼンテーションが行われます。東京では、異なるながらも親和性の高いルーツの出会いと交流に取り組みました。ルーツというテーマは、日本の議論の中心でもあります。このパフォーマンスはイタリアと日本の間の真の文化的抱擁を表しており、二千年の文化のルーツと伝統を讃え、未来を見据えてそれらを現在に投影する芸術的接触の瞬間でした。私の芸術的介入は、シチリア島の色彩と装飾、特にアラブ・スペインの色彩と装飾にそのルーツがあることが分かりました。私のパフォーマンスの目的は、私の芸術的介入の形と色の起源が私のシチリアのルーツと密接に関係していることを情熱的に強調することでした。

シチリア島はあなたの故郷ですが、世界中があなたの表現の地になりつつあります。あなたを海外に連れて行ってくれる他のプロジェクトはありますか?

1969 年にシチリア島のモッタ ダッフェルモで生まれ、彫刻と陶器のデザインおよび芸術的な陶器の装飾を専門としていました。私は自分の地域と、「チロ・ミケーレ・エスポジート」地域芸術高校で教えているサント・ステファノ・ディ・カマストラ(メイン州)の陶芸の伝統に深い愛着を持っています。私の作品はイタリア国内外で展示されています。さらに、私はシチリアの文化と、不完全さの禅の本質を表現する楽の技法に非常に近づき、熱心にこれを実践しました。これらすべてが私にとって表現豊かな地形となり、私を中国へと連れて行ってくれました。そして今日、練習船アメリゴ・ヴェスプッチの2023年から2025年のワールドツアーに続き、私はメイド・イン・シチリアで美しい冒険に参加しています。

あなたの陶器が直面しなければならなかった旅の間に、あなたはいくつかの不幸を経験しましたが、幸せな結末を迎えました。いったい何が起こったのでしょうか?

8月26日、東京のヴィラッジョ・イタリアで、私と日本の巨匠中嶋宏行とのコラボレーションによる芸術的なパフォーマンスが行われました。イタリアは日本を歓迎します。このイベントは、一見遠く離れているように見えますが、非常に似ている2つの国民と2つの国の間の協力を視覚的に表現することを目的として企画されました。 2000年前の文化のルーツと伝統を讃え、それらを未来を見据えて現在に投影する芸術的接触の瞬間。このイベントは、メイド・イン・シチリアが Enit と協力してプロデュースし、ダヴィデ・モリチ氏とジョヴァンニ・カレア氏がキュレーターを務めました。公演の機会に、東京のヴィラッジョ イタリアで陶器が展示されたことは、シチリアにとって非常に重要な分野に注目と価値を与える素晴らしい機会となりました。これはルーツについてだけでなく、私たちの土地の将来についても語ったシチリア地域生産活動評議会議員エディ・タマジョ氏の言葉でもありました。東京滞在中に、ベスプッチのプレート2枚と焦げ茶色のヘッドが誤って割れてしまいました。そこで、私たちはすぐに金継ぎの専門家である ジャカ・アヤ に連絡しました。彼女は、多大な礼儀と細心の注意を払って、2 枚のベスプッチプレートを修理するために、6 時間以上私たちを研究室に受け入れてくれました。この取り組みは、金継ぎの技術を通じて、壊れた磁器や芸術的な陶器をすべて金で修復し、それに注目に値する象徴的な価値を与える巨匠中嶋宏行が用いた比喩の物語から生まれました。ダークブラウンでも同様の作業を行いました。私、ダヴィデとジョバンニにとって、中嶋宏行との出会いは、まさにジャカ・アヤのような人々、彼ら自身の文化への愛と他文化への強い好奇心との出会いによって思い出深いものとなりました。

ここしばらくの間、シチリアの卓越性を世界に広めることを目的とした取り組みであるメイド・イン・シチリアとの実りあるコラボレーションが進行中です。この相乗効果からどのようなプロジェクトが生まれるのでしょうか?

私たちはメイド・イン・シチリアのチームとともに、海外に住みながらも故郷との強い関係を維持してきた多くのシチリア人によるルーツへの回帰であるトルナ・ア・カーサ・プロジェクトに熱意を持って取り組んでいます。エキサイティングなプロジェクトの発展の中で、パレルモに建設されるメイド・イン・シチリア博物館の誕生が予見されています。

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